Convegno dedicato a Nelson Mandela in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa presso sala conferenze Matteotti della Camera dei Deputati.
Nella giornata di martedì 5 dicembre si è tenuto a Roma, presso la sala conferenze Giacomo Matteotti della Camera dei deputati, un convegno dedicato a Nelson Mandela, in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa.
Il convegno organizzato dal deputato Aboubakar Soumahoro ha visto la partecipazione del giornalista e scrittore Pap Abdoulaye Khouma, l’imprenditrice Lucia Joana Metazama, e molti altri tra cui una delegazione del movimento Lottiamo Insieme delle lavoratrici e dei lavoratori precari di Poste Italiane.
Focus dell’incontro è stato quello di ricordare la figura di Mandela, icona mondiale della pace e della libertà, attraverso le storie e le testimonianze di chi lotta oggi nel difendere i diritti e la libertà delle persone.
È il caso “scomodo” – che tanti vorrebbero silenziare – dei precari delle Poste, impegnati nel rivendicare il diritto all’occupazione stabile e dignitosa di migliaia e migliaia di ex dipendenti gialloblù. Sintetizzando il prezioso intervento di Lottiamo Insieme, non può esserci libertà, diritto imprescindibile di ogni essere umano, senza indipendenza economica.
«Poste Italiane, con la complicità dei vari governi che si sono succeduti negli anni, nonché dei sindacati, si è trasformata in una fabbrica di precarietà. E, “precarietà” stride con “libertà”.
Un lavoratore precario è un lavoratore fragile e ricattabile, propenso a non far valere i propri diritti. E Poste Italiane lo sa bene! Poiché continuamente e sistematicamente assume nuovo personale precario, soprattutto giovani. I quali, lavorerebbero molte più ore rispetto a quelle previste da contratto, senza essere pagati», dichiarano i lavoratori presenti.
Un’azienda dello Stato che – impunemente – opera in frode alla legge! Sembra quasi un paradosso, ma non lo è affatto, come testimoniano tanti ex dipendenti a cui è stato riservato l’ignobile trattamento, sotto la “distratta” supervisione dei sindacati. Intanto, circa 10 mila precari di Poste Italiane attendono di essere stabilizzati, prigionieri di una graduatoria che in realtà è una sorta di limbo senza speranza. Il Governo, interrogato nei giorni scorsi dall’onorevole Aboubakar Soumahoro su quale debba essere il destino di questi lavoratori, non ha fornito alcuna risposta esaustiva.
«Tutto ciò è davvero inaccettabile in una Repubblica democratica, come la nostra, fondata sul lavoro», chiosa Lottiamo Insieme, che – nel segno di Mandela – invita pubblicamente Governo e Poste Italiane ad assumersi le proprie responsabilità: «Che si adottino rapidamente misure basate sulla legalità e sulla responsabilità sociale, al fine di assicurare a ognuno di noi la piena tutela e realizzazione del diritto al perseguimento della libertà, che non può prescindere dal raggiungimento dell’indipendenza economica, attraverso il lavoro stabile e dignitoso nel rispetto dei fondamentali principi costituzionali».
Carmine Pasquali
Redazione