Il sindaco risponde alla richiesta di installare telecamere contro l’abbandono di rifiuti, lodando il lavoro dei volontari che hanno ripulito l'area, ma affermando che i problemi del Padule sono altri: lento interramento del cratere palustre, fauna non autoctona e inquinamento.
«L’opera dei volontari per pulire il Padule di Fucecchio è meritoria ed è giusto sottolinearla come un esempio molto positivo ma l’appello ai comuni e la richiesta di installare le telecamere non mi trovano d’accordo». Il sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli, interviene sul tema dei rifiuti nell’area naturalistica all’indomani dell’uscita dell’associazione “Amici del Padule” che chiede l’installazione di un sistema di videosorveglianza.
Intanto Spinelli vuol far chiarezza su quali siano i soggetti da chiamare in causa su questo tema. «Principalmente l'interlocutore deve essere la Regione – dice – soprattutto dopo l’apertura del tavolo di confronto sul sistema delle riserve naturali del Padule di Fucecchio e del Lago di Sibolla istituito il 5 dicembre scorso. Non ha senso chiedere l’intervento ai singoli comuni quando c’è uno strumento regionale, creato appositamente, per promuovere forme di concertazione tra enti ed acquisire le istanze e le proposte dei portatori di interesse sul territorio. Le telecamere poi non mi sembrano proprio lo strumento più adatto, ammesso che ve ne sia uno efficace, per controllare un’area di quasi 2 mila ettari.»
Anche sulla tipologia dei rifiuti il sindaco di Fucecchio esprime alcuni dubbi. «Sicuramente – afferma - ci sono anche persone che abbandonano rifiuti voluminosi all’interno dell’area, ma una quantità ingente arriva in Padule durante le stagioni piovose quando dalle colline che circondano l’area, attraverso torrenti e fossi, le acque trascinano molta spazzatura a valle. Bottiglie, flaconi e altri oggetti, inopinatamente abbandonati ai margini delle strade o nei campi, finiscono così per arrivare nella riserva naturalistica. Credo che sull’inquinamento un miglioramento potremmo averlo con l’attuazione dell’accordo di programma per la depurazione delle acque, che prevede anche la realizzazione di arginature, e con il sistema di fitodepurazione».
Quello dei rifiuti e dell’inquinamento ambientale non è però l’unico problema di questa importante area naturalistica. «Anzi – dice Spinelli – secondo me non è neppure il più urgente. Da tempo in ogni occasione ho fatto appello a enti e onlus che si occupano del Padule di Fucecchio di studiare ed occuparsi di altri due fenomeni che a mio avviso sono ancora più preoccupanti. Il primo è quello del lento interramento del cratere palustre: ogni anno con le piogge arrivano in Padule terra e detriti che vanno ad accumularsi sul fondo provocando l’innalzamento del terreno, le cosiddette colmate. Speriamo che questo fenomeno venga arginato con gli interventi di rinaturalizzazione realizzati dal Consorzio di Bonifica del Basso Valdarno contenuti nel cosiddetto "progetto tubone". Infatti, se non poniamo rimedio a questa situazione il Padule, così come lo conosciamo adesso, tra alcuni decenni rischia di non esistere più. L’altro grande problema è quello delle specie animali non autoctone. Gamberi killer e nutrie hanno trasformato rapidamente questa zona: i primi lo hanno fatto cancellando alcune specie che da sempre popolavano il Padule, le seconde causando ingenti danni alle sponde. Ecco, a questi problemi occorre porre rimedio prima possibile, poi potremmo pensare a tutti i progetti di sviluppo a finalità turistiche che vogliamo.»
Redazione