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Essere nuovamente inseriti nella società, trovare un'opportunità di lavoro e restituire alla comunità un po' di quell'aiuto ricevuto dall'amministrazione, instaurando un rapporto che è a metà tra un patto e un baratto. Non a caso, infatti, il progetto sperimentale lanciato dal Comune di Altopascio si chiama proprio "baratto sociale".

Il progetto è rivolto a tutte quelle persone disoccupate che, attraverso il fondo di solidarietà comunale, otterranno un contributo dall'amministrazione. Viceversa, chi riceverà una forma di sostegno per la propria situazione di fragilità socio-economica, sottoscrivendo la dichiarazione di intenti per il patto sociale di cittadinanza, sarà chiamato a restituire alla collettività l'erogazione economica ottenuta, con attività di pubblica utilità. Così, c'è chi si occuperà di tenere aperti e sorvegliare ambienti comunali utilizzati per mostre e iniziative; chi si prenderà cura del verde pubblico e del decoro urbano, attraverso manutenzioni ordinarie; chi, invece, presterà servizi sociali per uomini e donne in difficoltà, supportando anziani soli o accompagnando disabili minori e adulti; o, ancora, chi faciliterà l'ingresso e l'uscita dei ragazzi da scuola. Il tutto con l'obiettivo, da parte dell'amministrazione, di offrire nuove possibilità di socializzazione, uscire da una logica meramente assistenzialistica, valorizzando al contrario le risorse personali e lavorative di ciascuno, e mettere a disposizione del bene comune le proprie capacità, recuperando in questo modo un senso di dignità personale, legata al sentirsi utili, molto importante anche per cercare e trovare nuove opporunità di lavoro.
«Con questo progetto – ha commentato il sindaco Sara D'Ambrosio – siamo stati quasi dei pionieri. Avevamo preso l'impegno di avviare un'iniziativa simile e siamo riusciti a rispettarlo in poco tempo, coinvolgendo in modo diretto le realtà di volontariato che operano ad Altopascio. L'intento, infatti, non è erogare solo un servizio, ma ricreare un tessuto sociale con tutti coloro che si impegnano in questi contesti».
Parte attiva del progetto, infatti, oltre all'ufficio servizi sociali del Comune di Altopascio e ai diretti interessati, saranno le associazioni di volontariato del territorio, che più volte hanno manifestato la necessità di coinvolgere nelle diverse attività nuovi volontari, per incrementare le risorse umane e rendere ancora più stabile ed efficiente la rete di solidarietà tra la cittadinanza. A coordinare le varie iniziative, infine, spetterà al Coordinatore del bene comune: figura innovativa che avrà il compito di sovraintendere alle attività dei volontari, individuare nuove aree sui cui intervenire, coordinare il lavoro di più persone sulla stessa area.
«Chi sarà selezionato – conclude l'assessore al sociale, Ilaria Sorini – potrà ottenere dal fondo di solidarietà un contributo massimo di 500 euro. Ciò che ci contraddistingue da altre realtà in cui hanno avviato progetti simili è la possibilità per le persone coinvolte nel baratto sociale di guadagnare l'intera somma, senza quindi che vengano trattenute delle percentuali dalle associazioni o dalle cooperative che svolgono funzioni di filtro. Riceviamo ogni giorno tante persone che da un momento all'altro hanno perso tutto, a partire dalla sicurezza economica: sono persone che, non lavorando, pur essendo ancora nel pieno delle forze, attraversano momenti di forte isolamento, uscendo progressivamente dalla vita della comunità. Il baratto sociale è pensato per favorire un nuovo inserimento: lavorativo e, prima ancora, sociale e umano».
Il progetto è stato illustrato dall'assessore Sorini anche ai rappresentanti sindacali – Cgil, Cisl e Uil -, che vedono nel "baratto sociale" una sfida innovativa e un superamento del sistema di distribuzione a pioggia dei contributi economici.
 
Redazione

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