Ieri la visita a Pescia del dott. Andrea Pessina, Soprintendente per l’archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, che, contento di aver incontrato una grande passione, oltre a tanta bellezza, ha offerto il suo appoggio alle numerose iniziative della città, portate dal sindaco Giurlani in stretta collaborazione con il Vescovo, Mons. Filippini, e le associazioni.
La visita ha toccato le parti più belle e importanti di Pescia: da Collodi al centro della città con San Francesco e Sant’Antonio per poi arrivare a pranzo a Colleviti e ridiscendere a Villa Sismondi, San Michele e infine all’inaugurazione di “Stanze dell’Opera Pia”, il piano terreno del palazzo Galeotti, arricchito anche dalla presenza di tre esemplari forniti dall'Associazione “Vivai di Pescia” e da una composizione realizzata con i fiori del Mefit.
Il punto della giornata si è fatto al Palagio, qui il sindaco Oreste Giurlani ha innanzitutto ringraziato il soprintendente Pessina, ricordando l’importanza che la cultura ha per Pescia: essa rappresenta un vero e proprio motore di sviluppo.
Serve molta forza per portare avanti programmazione, pianificazione e gestione, ribadisce Giurlani, ma l’amministrazione non si tira indietro di fronte a questa sfida. Fra circa due mesi, infatti, Pescia punta ad essere l’unico comune non capoluogo dotato di un piano strategico della cultura. «A partire dall’individuazione di 63 siti di interesse culturale nel Comune, si darà avvio ad un percorso di partecipazione per stilare il piano strategico in stretta collaborazione con gli attori istituzionali e tutti quei soggetti, dai professionisti alle associazioni, che hanno sempre dimostrato di credere nella cultura e in questi progetti» ha sottolineato Giurlani, lanciando anche un appello a tutte le professionalità che vorranno contribuire al recupero e alla gestione delle bellezze di Pescia.
E di bellezza ha parlato anche il soprintendente Andrea Pessina: «Possiamo dire che è ormai finita l'era delle grandi città d'arte: troppo piene di turisti, soddisfano il turista che viene dall'estero. La grande sfida del turismo italiano è dunque quella di distribuirsi nelle piccole comunità dove si trova tanta bellezza». Sfida vinta da Pistoia, diventata quest'anno Capitale della Cultura perché capace di investire in una programmazione sulla cultura e di saperla gestire: Pessina ha augurato la stessa fortuna anche a Pescia, dove una grande passione anima una piccola, ma ricca, comunità. Per il soprintendente l'idea che infatti Giurlani ha di Pescia è vincente. Pessina è rimasto inoltre piacevolmente colpito dalla sinergia che l'amministrazione ha saputo creare con la Chiesa, le associazioni e tutto il territorio.
Di questi tempi la responsabilità della soprintendenza, sottolinea Pessina, è quella di non alimentare utopie e non sprecare i pochi soldi disponibili, pur mantenendo aperto il discorso sulla cultura, che significa sempre civiltà. «A Pescia avete un patrimonio ricco e ancora poco conosciuto, elemento che se inizialmente può rappresentare uno svantaggio, col tempo si rivelerà sicuramente un valore aggiunto» conclude Pessina, ricordando la sua disponibilità a collaborare con l'amministrazione, anche solo per indirizzarla e consigliarla.
Il Vescovo, Mons. Roberto Filippini, ha confermato di credere fermamente nel concetto di «piccolo è bello». A Pescia c'è un'alta concentrazione di bellezza e storia, ricorda Mons. Filippini, e una grande collaborazione fra le persone, di cui il Vescovo ha avuto ulteriore conferma durante questa giornata, in cui ha sperimentato anche una grande affabilità da parte della soprintendenza.
Il Vescovo ha portato inoltre una forte speranza per il futuro, visti anche i numerosi progetti che riguardano la cultura, elemento essenziale per «coltivare la nostra umanità».
Anche per il prefetto di Pistoia, Angelo Ciuni, «il piccolo gratifica più del grande»: esperienza che lui stesso ha avuto modo di fare vivendo in numerose città e sperimentando come l'arte sia autentica ovunque essa sia. Ciuni ha ringraziato inoltre Giurlani per il gradito invito, confessando la sua attrazione, quasi fatale – ha aggiunto scherzando, per la città. «Nei prossimi 10-15 anni dovremo fare da soli, le comunità dovranno trovare il modo di gestire le loro bellezze. Dovranno dunque scegliere un cammino di costruzione della cultura e gestirlo, ricordando sempre che la gestione costa più della realizzazione». Ciuni ha concluso poi ricordando che la cultura serve anche alla politica vera, quella che ancora non ha perso la sua qualità estetica.
A.L.