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Legambiente Toscana chiede con forza alla Regione di sbloccare le risorse necessarie per la tutela della biodiversità e delle sue aree protette: in seguito al riordino di queste si teme, infatti, l'abbandono degli obiettivi prioritari «della conservazione, della salvaguardia e della valorizzazione del capitale naturale.»

La Regione Toscana, con la LR 30/2015, ha riordinato tutto il sistema delle aree protette, attribuendosi di nuovo i compiti e le funzioni che erano delle province e dei comuni e apportando modifiche sostanziali alla vigilanza ambientale volontaria e alle attività dei corpi di polizia provinciali.
«Quale che sia il cambiamento di assetto previsto dalla legge, è da un altro dato che si evince la politica che la Regione intende sviluppare per il futuro nel settore: sulle aree protette che dovrà gestire direttamente o indirettamente tramite convenzioni, la Regione Toscana, infatti, non mette fondi nel proprio bilancio regionale, a fronte di quelli scarsissimi stanziati nel 2016. Nel 2017 sono previste risorse risicate, utili al massimo per una gestione economica meno che ordinaria» così Legambiente Toscana denuncia la causa della sua preoccupazione per la conservazione del patrimonio naturalistico.
«Il réfrain è il solito: a causa delle ristrettezze di Bilancio, si dovranno tagliare le risorse per la biodiversità e si dovranno reperire i fondi necessari attraverso una “valorizzazione” spinta delle future riserve. Su come questa ambiziosa azione possa aver luogo, su quali studi e previsioni gestionali essa si basi, nulla però è dato sapere.» 
Ill rischio evidente per Legambiente è legato alla trasformazione dell’ente di gestione dell’area protetta in un’agenzia unicamente rivolta al rilancio economico/finanziario delle aree marginali, perdendo gli obiettivi prioritari «della conservazione, della salvaguardia e della valorizzazione del capitale naturale.» 
Le aree protette, sottoposte a riclassificazione dalla LR 30/2015, saranno in gran parte soppresse, ridisegnate o riorganizzate, «senza che ciò dipenda dal loro reale valore ecologico e senza una proiezione organica e trasparente del loro effettivo futuro.» «Dipenderà essenzialmente dalle scelte delle amministrazioni comunali che, già timide nella proposta di nuove aree protette, di fronte a una Regione che notifica l’assenza di risorse economiche disponibili, rischiano di tirarsi indietro dagli oneri di gestione.» 
Queste aree protette sono però per Legambiente i motori fondamentali di quella economia verde, fatta di turismo sostenibile, di agricoltura biologica, di fruizione e promozione culturale di alto profilo, che sono semplicemente la quintessenza dell’identità territoriale toscana.
Altro tema su cui riflettere è quello della vigilanza volontaria: «Le GGVV, le GAV, la Zoofila, vedono svilito il proprio ruolo, la propria azione e il sostegno economico al proprio operato. Si tratta di un disegno politico dagli esiti potenzialmente devastanti. Una linea d’indirizzo che prima smantella a livello nazionale il Corpo Forestale, prosegue svuotando di ambiti e poteri la Polizia Provinciale e, infine, toglie risorse vitali al volontariato, sottovalutando gravemente il ruolo e l’importanza che questo ha nella difesa del territorio, contro il bracconaggio, l’abusivismo edilizio, le discariche illegali, la produzione di nuovo inquinamento, lo scempio degli incendi e tanto altro.»
L'appello di Legambiente Toscana è dunque indirizzato alla salvaguardia della biodiversità, elemento essenziale per la nostra stessa vita: gli ecosistemi forniscono servizi insostituibili, dall'approvvigionamento delle risorse alla funzione regolativa del clima e dell'assetto idrogeologico, fino alla fruizione culturale attiva.

Redazione

 

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