All'Università degli studi di Firenze si è aperto stamani il master sull'accoglienza dei richiedenti asilo: un progetto condiviso con le Misericordie, con trenta studenti altamente qualificati, provenienti da tutta Italia, pronti a vivere un anno intenso di formazione, confronto e riflessione. E l'assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli, lancia la proposta di una sorta di esercitazione sul libro bianco.
Il confronto sul libro bianco potrebbe essere secondo Bugli sull'accoglienza in Toscana, scaturito dal confronto avviato a maggio con gli operatori e che ha passato in esame centoventi diversi progetti per approfondirne le caratteristiche, analizzare cosa ha funzionato e cosa no, con l'obiettivo di passare dalle buone pratiche ai buoni modelli. Con un obiettivo sopra tutti: facili tare le relazioni tra chi è arrivato, scappato dalla guerra o dalle persecuzioni e alla ricerca di un futuro migliore, e i toscani che abitano i paesi e le città che li hanno accolti. Anzi, con due obiettivi: perché c'è anche quello di rendere i profughi, la maggior parte giovani o giovanissimi, progressivamente autonomi.
«Leggete il libro bianco, analizzatelo (il libro bianco è scaricabile on line) e poi confrontiamoci: il vostro consiglio da addetti ai lavori sarebbe molto utile» sottolinea Vittorio Bugli, rivolto a studenti e professori. «Dal nostro punto di vista – spiega – non è in discussione "se" si debba accogliere. La risposta non può che essere positiva. Ma sul "come" il confronto è aperto". Alcuni concetti per l'assessore sono comunque già chiari: l'accoglienza "deve essere strutturale e non vissuta come emergenza", può essere anche "un'occasione di rigenerazione delle comunità"; e poiché gli Sprar, che è l'accoglienza di secondo livello, hanno dimostrato di funzionare meglio dei Cas, "quelli – d ice - dovrebbero essere il modello di riferimento».
«Leggete il libro bianco, analizzatelo (il libro bianco è scaricabile on line) e poi confrontiamoci: il vostro consiglio da addetti ai lavori sarebbe molto utile» sottolinea Vittorio Bugli, rivolto a studenti e professori. «Dal nostro punto di vista – spiega – non è in discussione "se" si debba accogliere. La risposta non può che essere positiva. Ma sul "come" il confronto è aperto". Alcuni concetti per l'assessore sono comunque già chiari: l'accoglienza "deve essere strutturale e non vissuta come emergenza", può essere anche "un'occasione di rigenerazione delle comunità"; e poiché gli Sprar, che è l'accoglienza di secondo livello, hanno dimostrato di funzionare meglio dei Cas, "quelli – d ice - dovrebbero essere il modello di riferimento».
Il master, di primo livello, sull'accoglienza per migranti, profughi e richiedenti protezione, avrà un taglio marcatamente multidisciplinare che integra elementi di scienza politica e sociologia, diritto, management, anche in una dimensione europea e comparata. Il profilo professionale che emerge avrà anche una particolare capacità nella gestione dei rapporti e delle collaborazioni con i servizi e gli altri soggetti che si occupano dell'accompagnamento dei migranti dei richiedenti asilo e dei profughi sui territori, con le istituzioni e con le comunità interessate. Si parlerà, come è stato sottolineato stamani, della valorizzazione delle risorse umane, dei percorsi di asilo ma anche delle altre opportunità – dall'apolodia alle vittime di tratta o di sfruttamento, imparandone a riconoscere i casi – che consentano il riconoscimento di uno status giuridico e dunque di mettere in campo strumenti di protezione.
Stamani sono intervenuti alla giornata inaugurale anche il sindaco di Prato e delegato nazionale Anci per le politiche di accoglienza, Matteo Biffoni, e il sottosegretario al ministero dell'interno Domenico Manzione.
Redazione