Il movimento culturale Edenia di Montecatini interviene sul Padule di Fucecchio.

"Andando alla ricerca degli aspetti caratterizzanti il territorio della Valdinievole e delle aree limitrofe, è impossibile non soffermarsi a riflettere su quella splendida area che è il Padule di Fucecchio, già peschiera medicea e bonificato solo in parte nel corso dei secoli a partire dagli interventi disposti nel‘700 dal Granduca Leopoldo di Toscana.
Non solo una risorsa ambientale notevole, essendo la più grande area palustre interna dell'Italia con oltre 200 diverse specie di uccelli censiti e una interessantissima biodiversità vegetale, ma anche un luogo strettamente legato alla nostra storia, alle nostre tradizioni ed all' economia delle zone adiacenti attraverso l'utilizzo delle risorse naturali e agricole.
L'industria della lavorazione delle erbe palustri e con essa la lavorazione del vetro per damigiane e fiaschi, la manifattura del tabacco sono stati a lungo elementi distintivi dell'economia delle zone limitrofe così come la pesca. Dal "nostro padule" anticamente si raggiungeva il mare attraverso Pisa e i suoi canali sono stati a lungo importanti vie d'acqua.
Attualmente si parla molto del padule ma ci sembra che di fatto non esistano né una visione condivisa sul futuro della intera zona né un piano concreto di valorizzazione di essa, nonostante sia palese a tutti che chi visita quei luoghi se ne innamora.
Anzi, negli ultimi anni, per mancanza di fondi, è apparsa in discussione la possibilità di sopravvivenza della onlus Centro di ricerca e documentazione del Padule di Fucecchio nonostante l'ottimo lavoro svolto dal Centro stesso, sotto la cui guida sono state gestite le aree protette "Morette" e "Righetti" acquisite dai privati, diventate ora riserve faunistiche capaci di attrarre fauna stanziale e migratoria.
Anche il bel recupero della Vecchia Dogana a Ponte Buggianese rischia di perdere importanza se scollegato da un più ampio contesto di valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e storiche dell'area del padule di Fucecchio.
A nostro avviso, superando particolarismi e contrapposizioni inutili e dannose, è necessario e urgente che si proceda, con il coordinamento dei vari enti pubblici interessati e mettendo in sinergia i diversi interessi che sul padule convergono, alla redazione di un dettagliato piano di sviluppo e valorizzazione di questa importante patrimonio che non solo ne impedisca la perdita di interesse e la progressiva distruzione, ma che anzi ne arricchisca il valore e la capacità  di attrazione.
 Le molte possibilità di fruizione di un patrimonio così peculiare devono costituire, adesso e in futuro, un elemento positivo nella differenziazione e caratterizzazione della Valdinievole e zone limitrofe dal resto della Toscana con un'offerta potenzialmente capace di un notevole ritorno economico in un momento in cui altre attività della zona, industriali e non, tardano a riprendersi.
È anche in questa prospettiva, a nostro avviso necessaria, che sarebbe ancor più "incomprensibile" e "colpevole" chiudere le attività del Centro Rdp, che hanno rappresentato e rappresentano l'esperienza più avanzata e proficua di gestione partecipata, scientifica e didattica del Padule di Fucecchio, apprezzata fortemente, come dimostrano le tante testimonianze del territorio, e il cui costo attuale appare decisamente sostenibile (circa 40.000 euro l'anno)".

Redazione

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