Si è chiusa l’inchiesta della Dda di Firenze su un presunto traffico illecito di rifiuti e relativo smaltimento di scarti nocivi in terreni agricoli della Toscana, che nel settembre del 2016 aveva portato agli arresti domiciliari di sei imprenditori, cinque residenti a Lucca e uno a Padova.
La procura di Firenze ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 59 persone. Indagate anche 20 aziende, per lo più operanti nel settore del trasporto e della lavorazione dei rifiuti speciali. Durante le indagini, condotte dalla guardia di finanza, è emerso che scarti industriali altamente tossici sarebbero stati smaltiti senza essere trattati e poi dispersi nell‘ambiente anche tramite l‘incenerimento. Inoltre fanghi nocivi sarebbero stati riversati in terreni di aziende agricole poi adibiti a coltivazioni di grano.
In particolare, un‘impresa di Pescia avrebbe smaltito illecitamente 36mila tonnellate di rifiuti, attraverso una ripuliturà fittizia e l’incenerimento di scarti di lavorazione provenienti dal ciclo produttivo della carta, contenenti sostanze chimiche molto nocive per la salute.
Le indagini si sono focalizzate poi sull’attività di una società di Pisa che, grazie alla connivenza dei proprietari, avrebbe sversato circa 45mila tonnellate di fanghi in terreni agricoli su cui poi veniva coltivato prevalentemente grano, per una superficie complessiva di 800 ettari, nelle zone di Peccioli (Pisa), Palaia (Pisa) e Montaione (Firenze), con guadagni illeciti per circa 2 milioni di euro.
Redazione