La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per Oreste Giurlani, ex sindaco di Pescia, con l'accusa di peculato: "Intascò più di 700mila € quando era presidente dell'Uncem Toscana". Uncem e Comune di Pescia potrebbero costituirsi parte offesa.
Per Oreste Giurlani, arrestato lo scorso giugno mentre era sindaco del Pd a Pescia per reati riguardanti la sua precedente carica di presidente dell'Uncem Toscana (unione delle comunità montane) è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Tommaso Coletta. L'accusa principale è peculato: tra il 2012 e il 2016 Giurlani si sarebbe appropriato indebitamente di 724.331 € di denaro pubblico dai conti bancari dell'Uncem. Conti di cui aveva disponibilità.
Secondo le indagini della guardia di finanza, entrando nello specifico, si parla di 338.784 € senza giustificativi; 241.784 € come rimborsi spese "autocertificati" senza documentazione e gonfiati negli importi (come ad esempio l'acquisto di carburante per 11-12.000 chilometri al mese, ma anche l'acquisto di beni personali come cappotti da donna, telefoni cellulari attrezzature sportive); 143.960 € per contratti di collaborazione e consulenze «effettuate su incarico da lui stesso a sé medesimo conferito, rispetto alle quali non aveva svolto alcuna attività aggiuntiva rispetto a quelle istituzionali».
Altra accusa è quella di traffico di influenze illecite in concorso con l'imprenditore di Prato, Andrea Carlo Breschi: Giurlani, nel 2012, utilizzando la rete di relazioni con i Comuni aderenti all'Uncem, avrebbe ricevuto dall'imprenditore 39.000 € come mediazione illecita per piazzare presso enti pubblici e la Rete telematica regionale della Toscana, un prodotto informatico dello stesso Breschi. Uncem e Comune di Pescia potrebbero costituirsi parte offesa.
Redazione