Come è stato confermato durante la seduta della commissione consiliare di ieri, Comune di Montecatini e Regione Toscana non sono sulla stessa linea riguardo al futuro delle Terme Leopoldine (struttura ormai abbandonata dal 2011). Il Comune dice no alla vendita.
Secondo il bando per l’affidamento e completamento dei lavori delle Terme Leopoldine, entro sei mesi dalla firma del contratto con il gestore, l'azienda deve far partire la procedura di cessione dell’immobile. Il problema è che, in merito a questo, Comune e Regione la vedono in maniera diversa.
Infatti, ieri, durante la seduta della commissione consiliare, Ennio Rucco, vicesindaco di Montecatini, ha dichiarato: «vendere le Leopoldine in questo modo significa mettere in grave difficoltà le Terme. L’immobile, a bilancio, è iscritto per quasi il doppio del valore stabilito dalla perizia. L’alienazione provocherebbe una minusvalenza piuttosto forte, con pesanti conseguenze. La dichiarazione di intenti voluta dalla Regione non ci ha visto favorevoli, perché avremo preferito un’opzione di acquisto per l’affittuario».
Anche Andrea Quaranta (Forza Italia), presidente dell’organismo di controllo, ha aperto la seduta con un intervento polemico: «Il mio partito è curioso di capire la situazione effettiva dell’azienda. Durante l’audizione che tenne a Montecatini, l’assessore regionale Federica Fratoni aveva mostrato un forte disinteresse della sua amministrazione verso le Terme e la relativa partecipazione. Adesso è stata fatta marcia indietro, con il blocco della vendita delle quote». La risposta di Alessandro Michelotti, amministratore delle Terme: «forse la Regione ha capito che vendere le Leopoldine senza la valorizzazione del patrimonio immobiliare avrebbe fatto male alla società. La procedura di concessione attiva un messaggio utile. La volontà della Regione era quella di vendere l’immobile, ma questo non può essere fatto prima di attivare la concessione». Luca Baroncini (Mi Piace Montecatini), consigliere di minoranza, ha dato contro sia alla Regione che al Comune: «Il comportamento della proprietà è stato dannoso per l’azienda. Enrico Rossi, durante la campagna elettorale per le regionali del 2015, promise 50 milioni di euro all’azienda, mai versati. Ora all’improvviso viene congelata la vendita delle quote e l’azienda torna strategica. La Regione ci ha presi in giro, dimenticandosi di Montecatini e portando il Comune a perdere la parità nel rapporto relativo alle quote azionarie, senza pagare il relativo sovrapprezzo».
Redazione