Per risolvere la situazione delle Terme Leopoldine di Montecatini si ripesca anche l’ipotesi del project financing, cioè la creazione di una società di progetto formata da soggetti privati esterni all’azienda che dovrà realizzare la piscina termale e, probabilmente, occuparsi anche della gestione.
A confermare questa possibilità è l'amministratore Alessandro Michelotti dureante l’audizione alla commissione consiliare di controllo sulle società partecipate. Non è comunque esclusa l'ipotesi di proseguire con il bando delle scorse settimane (andato deserto). Secondo l’amministratore chi era interessato lo è tutt'ora visto che è stato chiesto di prolungare la concessione dai 19 anni previsti almeno fino a 30, in quanto la durata più lunga consentirebbe di ammortizzare meglio l’investimento. Quello che è certo è che, indipendentemente dalla strada che si sceglierà di seguire, ci sarà da aspettare ancora un paio di mesi.
Il risultato del bando delle scorse settimane ha lasciato di stucco Michelotti che afferma: «Il comportamento di alcuni imprenditori è stato davvero incomprensibile. Nel 2016 una società aveva detto di essere disponibile a pagare 1,3 milioni l’anno per l’affitto della struttura, ma nessuno ha voluto prenderle per 1,2. Tra le osservazioni ricevute, ci sono perplessità rispetto alla durata della concessione, ritenuta troppo breve in rapporto all’investimento. Adesso continuiamo a lavorare per portare a compimento il progetto originale. Bisognerebbe chiedere alle società che in un primo momento erano interessate come mai non hanno partecipato. Non escludiamo di far ricorso anche al project financing».
Il presidente della commissione consiliare Eugenio Pancioli (Forza Italia) ha replicato: «Speravo davvero di ascoltare qualcosa di più sul nuovo bando. Se dobbiamo parlare senza fatti concreti, a quale fine dovrei fare il presidente delle partecipate? Dobbiamo avere una visione globale di ciò che dobbiamo fare in futuro».
Redazione