E' stata conferita ufficialmente la cittadinanza onoraria al vescovo di Pescia Roberto Filippini durante la cerimonia al teatro Pacini. Il riconoscimento per «la sua attività quotidiana insieme al forte impatto umano»

Nel giorno della festa della patrona, Santa Dorotea, il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, di fronte al consiglio comunale, ha conferito la cittadinanza onoraria al Vescovo Filippini. Alla cerimonia hanno partecipato anche il questore di Pistoia Giovanni Battista Scali, le più importanti autorità civili, militari e religiose del territorio, tanti cittadini e i rappresentanti in costume dei rioni e delle associazioni pesciatine.
La decisione era stata presa durante il consiglio comunale del 31 gennaio che aveva visto i voti favorevoli dei capigruppo Petri, Mandara e Melosi e quello contrario di Franceschi.
Come ha ricordato Giurlani le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale a percorrere l’iter per l’onorificenza a Roberto Filippini sono nati dal suo impegno quotidiano per restituire alla comunità la cattedrale e i 500 anni della diocesi, insieme al forte impatto umano e pastorale determinato dal suo arrivo a Pescia, avvenuto nel 2016.
Visibilmente commosso, monsignor Roberto Filippini ha ricordato lo stupore che da sempre lo accompagna nella sua vita religiosa, facendo professione di umiltà, definendosi inadeguato a tale onorificenza soprattutto se si paragona ai suoi grandi predecessori Simonetti, Bianchi e De Vivo. La corale Valle dei Fiori ha concluso la cerimonia con alcune esecuzioni musicali molto apprezzate da tutti, prima della partenza delle altre celebrazioni previste per il patrono della città Santa Dorotea.

Monsignor Filippini, nato a Vinci nel 1948, prima di essere nominato vescovo è stato preside dello studio teologico Interdiocesano di Camaiore e cappellano del carcere di Pisa. Già docente di teologia fondamentale e di sacra scrittura all’Istituto superiore di scienze religiose “Beato Nicolò Stevone” di Pisa e alla scuola di formazione teologica e delegato arcivescovile per l’ecumenismo.

Redazione

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