Maurizio Marchetti, Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Toscana, parla delle Terme di Montecatini proponendo che «tornino al Comune»
«Di Terme di Montecatini non si parla più, la Regione continua a tacere bucando ogni scadenza e ogni termine - afferma Marchetti - mentre intanto il territorio scalpita dalla voglia di tornare a crescere. Se la Regione non è capace di dare prospettiva a questa gestione, la lasci al Comune e attivi subito un tavolo di confronto per il riequilibrio degli asset societari. La scadenza del 31 dicembre data dai revisori dei conti per rimettere in sesto lo stato debitorio della società è sfumata. Siamo a febbraio – continua Marchetti – e delle Terme di Montecatini qui in Regione non si parla più, mentre da parte del territorio arriva chiara e forte la voglia di gestire in proprio le Terme, che sono il suo volano primario di crescita e sviluppo. Ebbene, in una società da tempo in condizioni di estrema fragilità per non dir peggio e di cui la Regione detiene circa il 67% delle quote, se i mesi passano e nulla succede significa che per la giunta toscana che va verso la scadenza di mandato questa non è una priorità. Lo è per Montecatini, però. E allora: si lasci crescere quel territorio. La Regione ammetta la propria incapacità gestionale e ceda la maggioranza al Comune. Da parte del Comune di Montecatini Terme c’è l’esigenza di tornare a gestire le Terme. Chiedo alla Regione Toscana – afferma – che si lavori in questa direzione per la revisione dell’asset societario attraverso un tavolo di confronto in cui si valuti la possibilità, per il Comune, di riacquistare il Tettuccio e pervenire a un riequilibrio delle quote anche attraverso questa operazione. Ipotizzo una soluzione che preveda per Regione e Comune una ripartizione societaria 50/50 o addirittura una maggioranza da parte comunale, così che si assecondi l’inclinazione del territorio alla gestione di quello che in effetti è un suo patrimonio, legato a filo doppio alla crescita e al futuro del comune di Montecatini Terme ma anche oltre. Quella società che dovrebbe far da traino allo sviluppo d’area, è invece piena di debiti. Il silenzio della Regione più passa il tempo e più ci preoccupa».
Redazione