Il caso dell’informatico 49enne di Pescia, rientrato a casa giovedì da Codogno e risultato positivo al coronavirus, ha scatenato molta preoccupazione in Valdinievole. Giurlani: «I figli e la moglie del contagiato hanno frequentato due istituti. Ma l’Asl ci ha dato tutte le garanzie del caso. Nessun motivo per chiudere le scuole»

Anche se il tampone dell’informatico 49enne di Pescia non è stato ancora confermato dell’istituto superiore di sanità, gli uffici dell’anagrafe, i sindaci della Valdinievole e i presidi degli istituti sono stati subissati di chiamate e messaggi di genitori in allarme per la salute dei propri figli.
Nonostante i sindaci della Valdinievole abbiano sempre ripetuto che «la situazione è sotto controllo, non c’è alcun motivo per allarmarsi», l’agitazione dei cittadini ha comunque preso il sopravvento. E' lo stesso sindaco di Pescia, Oreste Giurlani, durante la riunione con il prefetto e i rappresentanti del dipartimento di prevenzione dell’Asl che si è tenuta ieri mattina a dichiarare: «Non ho dormito per tutta la notte da quante telefonate ho ricevuto». «L’Asl - ha aggiunto - ci deve mettere nero su bianco che i bambini possono tornare a scuola, ho quattordici presidi che mi chiamano di continuo per sapere cosa devono fare».
E proprio ieri sera alle 21:00 circa, allo scioglimento dell’unità di crisi regionale a cui erano stati convocati il prefetto di Pistoia Emilia Zarrilli, il sindaco di Pescia, quello di Massa e Cozzile e quello di Pistoia, è arrivata la conferma che le scuole sarebbero rimaste aperte. «L’Asl ci ha garantito che non ci sono problemi per la sicurezza dei bambini - conferma Giurlani - Il fatto che i due figli del paziente contagiato venerdì siano andati a scuola e che la moglie, un’insegnante di Pescia, abbia tenuto lezioni venerdì e sabato non è un fattore di rischio perché loro non hanno mai accusato sintomi».
Giurlani contina affermando: «Attendiamo dall’Asl una lettera ufficiale che dia garanzie ai sindaci, oltre alla lista definitiva con i nomi di coloro che sono in auto-quarantena in modo poi da provvedere con l’ordinanza per obbligare queste persone a restare in casa. Siamo responsabili di intere comunità ma di fronte a simili situazioni abbiamo bisogno di un supporto da parte dell’Asl. Essendo questo il primo caso di contagio in Toscana c’è da rodare i meccanismi per supportare i sindaci. Oggi ci siamo riusciti dopo tre riunioni».
Anche il prefetto Zarrilli ha confermato che «Le scuole rimarranno aperte, lo abbiamo deciso in modo unitario e collegiale, perché non si riscontrano casi problematici per cui se ne richieda la chiusura. Non si chiudono i posti di lavoro – ha proseguito il prefetto - ma si consiglia il lavoro a distanza laddove è possibile. Si consiglia anche di non fare assembramenti dove non è assolutamente necessario». In merito al 49enne ricoverato in isolamento al San Jacopo il prefetto ha detto che l’Asl ha dato notizie piuttosto rassicuranti ed ha concluso confermando che la situazione è sotto controllo: «I sindaci vengono subissati dalle richieste dei cittadini ma al momento non ci sono grosse preoccupazioni. Adesso è importante solo ricordare ai cittadini che si devono attenere alle istruzioni fornite attraverso le ordinanze ministeriali».

Redazione

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