Si è concluso il primo grado del processo a Oreste Giurlani, sindaco di Pescia, accusato di peculato e abuso d'ufficio in qualità di ex presidente di Uncem Toscana. La pena è di 6 anni e 7 mesi. Il primo cittadino: "E' solo la prima fase, evitiamo di fare processi fuori dalle aule di giustizia"
Il pm Tommaso Coletta aveva chiesto nella requisitoria una condanna a 5 anni e 3 mesi, ma il tribunale di Firenze ha disposto nei confronti di Giurlani, una pena di 6 anni e 7 mesi,l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, la confisca di beni per un valore di 580.000 euro e la trasmissione della sentenza al prefetto di Pistoia, affinché valuti un'eventuale sospensione dall'incarico di sindaco. E’ stato invece assolto perché il fatto non sussiste relativamente all'accusa di traffico di influenze, reato che gli era stato contestato in relazione all'accusa di essersi fatto pagare la cifra di 39mila euro da un architetto pratese, come prezzo della sua mediazione illecita per l'accreditamento presso enti pubblici di uno strumento informatico creato dal professionista.
Secondo quanto emerso dall’indagine della finanza, tra il 2005 e il 2016, Giurlani si sarebbe appropriato di denaro appartenente all'Uncem, "autoliquidandosi" oltre 300mila euro senza alcuna giustificazione di spesa e altri 240mila creando giustificazioni contabili fittizie. Inoltre avrebbe ricevuto dall'Uncem compensi per 143mila euro per consulenze da lui effettuate a seguito di incarichi autoconferiti.
“E’ solo la prima fase, evitiamo di fare processi fuori dalle aule di giustizia” dice Oreste Giurlani dopo la sentenza. In una nota l'attuale sindaco di Pescia si rivolge ai suoi concittadini spiegando che si “riserverà di valutare con calma, insieme ai legali, gli elementi della condanna”. Ricorda inoltre che la Costituzione italiana stabilisce che “l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva” e pertanto “la presunzione di innocenza e il principio di non colpevolezza devono indurci a evitare di fare processi fuori dalle aule di giustizia”.
Il sindaco conclude con un appello ai cittadini: “Vi chiedo di continuare ad avere fiducia, aspettiamo i tre gradi di giudizio e le somme le tireremo alla fine. Confermo la mia fiducia nella giustizia e nella squadra che sta governando Pescia”.
Anche la giunta comunale è intervenuta in merito alla vicenda sottolineando, in un nota, che le vicende di Uncem Toscana “non hanno niente a che vedere con la nostra Amministrazione. Si tratta del primo di tre gradi e ci sono aspetti veramente particolari, che valuteremo con calma e sui quali ci riserviamo la possibilità di altri nostri interventi. Altri gradi di giudizio, ne siamo certi, dimostreranno la correttezza del nostro sindaco. Vogliamo oggi testimoniare la nostra stima per il lavoro di guida e per la capacità di direzione del territorio e di relazione coi cittadini che Oreste ha dimostrato ed esprimere la nostra solidarietà e apprezzamento per il lavoro che continuerà a fare in futuro e siamo certi che il tempo, così come è accaduto a tanti altri politici che hanno avuto il medesimo percorso, confermerà la correttezza del suo operato”.
Redazione