Oreste Giurlani interviene in merito al divieto di utilizzo di camini: "Pescia penalizzata dal divieto di utilizzare caminetti e simili, la Regione Toscana deve rivedere i criteri”.

"Leggiamo dalla stampa che la Regione ha confermato il divieto dell'utilizzo dei generatori di calore a biomasse, i caminetti in primis, dal prossimo 1 novembre nei comuni della piana valdinievolina-lucchese, a seguito do condanna europea per inquinamento da PM10.
Siamo consapevoli che ciò rappresenti una misura di tutela della salute, causa l'impatto che questi impianti hanno in termini di produzione di polveri sottili e certi non si vuole nè sottovalutare nè disattendere gli effetti di una condanna europea. Tuttavia, non possiamo non ricordare la contraddizione evidente con le azioni fatte in questi anni per favorire l'uso di energia alternativa come appunto le biomasse, e oggi più di prima sappiamo quanto l'uso di energia alternativa sia diventato una priorità.
Certo, è importante sapere che c'è un finanziamento ministeriale di 15 milioni di euro finalizzato ad azioni sul fronte dell'efficientamento energetico e dei camini e della loro sostituzione con impianti fotovoltaici abbinati a pompe di calore ma i cui effetti sono lontani nel tempo.
Inoltre, vogliamo sottolineare la specificità' e di conseguenza la penalizzazione di un comune come Pescia parzialmente montano che si trova inserito in un ambito, 14 comuni,  sostanzialnente di pianura caratterizzato sia da una forte presenza di attività produttive sia fortemente antropizzato, un ambito dunque che controllato con le medie realizzate dalle centraline situate nel comune di Capannori non può essere in linea con la situazione di un territorio come il nostro situato per oltre il 50% in alta collina e pedemontano.
Questa situazione mette in grandi difficoltà decine di famiglie, situate sotto i 200 metri previsti dalla norma, che da sempre uso questo tipo di riscaldamento e sono penalizzate da una collocazione di Pescia in un Ambito con caratteristiche del tutto diverse rispetto al nostro territorio.
Abbiamo sollevato diverse volte la questione, ultima delle quali nel dicembre 2020, con una interrogazione di Pescia Cambia e una richiesta del sottoscritto  e dell’assessore all’ambiente Fabio Bellandi alla regione Toscana. Per questi motivi abbiamo più volte richiesto all'assessore regionale Monni, che ci aveva assicurato il suo interessamento, di valutare l'uscita di Pescia dal suddetto ambito.
Nei prossimi giorni riporrò di nuovo formalmente questa nostra richiesta all'assessore regionale”.

Redazione

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