Ieri le classi VB indirizzo Viticoltura e Enologia e V F Biotecnologie sanitarie hanno partecipato a una visita al paese di Sant’Anna di Stazzema, accompagnati dal preside dell’Istituto Anzilotti, Francesco Panico, e dai docenti Sara Michelotti, Beatrice Bonavita, Elisa Romoli e Stefania Berti.

Lo scopo della visita era quello di celebrare un’amicizia, quella tra l’Associazione Sant’Anna e la scuola, che lo scorso anno si è concretizzata nella realizzazione di un calendario per l’anno 2023 per cui gli studenti dell’Anzilotti hanno realizzato le schede dedicate agli erbi commestibili, descritti sulle pagine del calendario. Il tramite tra la scuola pesciatina e l’Associazione Sant’Anna è Fabrizio Lari, che cinquant’anni fa ha studiato all’Istituto Agrario e oggi è presidente dell’Associazione Ex Allievi, e che durante l’anno, a scuola, collabora alla realizzazione di numerose manifestazioni di interesse culturale. Ma Fabrizio Lari è anche vicepresidente dell’Associazione Sant’Anna; e oggi, insieme alla presidente Angela Benincasa e a una guida, ha accompagnato i ragazzi in una passeggiata tra i colori del bosco autunnale, che circonda le case e la chiesa di questa piccola frazione il cui nome evocherà sempre uno dei più terribili eccidi nazifascisti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 12 agosto 1944 Sant’Anna fu teatro di una strage attentamente pianificata  che causò la morte di 560 persone, in massima parte donne, bambini e anziani, e che aveva per obiettivo quello di spezzare ogni possibile legame tra la popolazione e le bande partigiane. Non fu quindi una rappresaglia, ma un’azione progettata e sistematica, un segnale brutale e ben preciso, come è stato ampiamente dimostrato nei decenni successivi dagli storici e durante i processi ai responsabili.
I ragazzi hanno visto la chiesa che si trova all’imbocco del paese, sul cui sagrato furono uccise e bruciate la gran parte delle vittime di quel giorno; hanno visitato il museo con le fotografie e le riproduzioni dei giornali d’epoca, dei proclami, ma soprattutto le testimonianze dei sopravvissuti. Persone che nel 1944 erano poco più che bambini o ragazzi, e oggi sono anziane, ma ancora si commuovono nel ricordare quel giorno. E poi la visita si è conclusa al Sacrario, che è un monumento alle vittime della strage, un ossario in cui nel 1948 furono seppelliti i resti di chi era stato possibile riconoscere e di chi era irriconoscibile, ma soprattutto un monumento alla pace rivolto alle generazioni più giovani, che sono quelle che a Sant’Anna, nelle parole di Enrico Pieri (il presidente, per lungo termine, dell’Associazione Martiri di Sant’Anna, sopravvissuto alla strage quando aveva dieci anni e deceduto lo scorso anno), riportano la vita.

Redazione

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