Contro il trasferimento del parroco di San Michele in Traversagna si mobilitano in molti e anche nel mondo politico la notizia non passa inosservata. I parrocchiani portano una petizione direttamente al Vescovo monsignor Roberto Filippini.

La diocesi ha deciso di trasferire in Traversagna il parroco di San Michele, Don Bernardino, per sostituire don Walter Lazzerini, scomparso qualche mese fa. Ma i parrocchiani, in disaccordo con le scelte del Vescovo, si sono mobilitati per farlo rimanere a San Michele. Hanno fatto una petizione raccogliendo 487 firme e, durante un incontro che c’è stato nei giorni scorsi, l'hanno consegnata al Vescovo, monsignor Roberto Filippini.
Nonostante il Vescovo abbia assicurato che la Parrocchia di San Michele rimarrà tale, e che anzi, in futuro, potrà divenire la Parrocchia di riferimento anche per quella di Santo Stefano, i parrocchiani hanno insistito per far rimanere don Bernardino nella sua parrocchia. Hanno anche proposto due possibili soluzioni: la prima, che Don Bernardino possa seguire sia la Parrocchia di San Michele che quella di Santo Stefano, trasferendo don Valerio a Traversagna; la seconda, che don Bernardino possa seguire sia la parrocchia di San Michele che quella di Traversagna.
La prima ipotesi è stata dichiarata dal Vescovo impraticabile, senza però dare motivazioni; mentre per la seconda si è riservato di dare una risposta. «Ad oggi - dicono i parrocchiani - non è pervenuta una risposta chiara in merito alle richieste, ed i fedeli manifestano ancora una volta il loro disagio, oltre alla perdita di fiducia nei confronti della locale autorità ecclesiastica».
Il consigliere comunale Francesco Conforti si dice «sconcertato». «Ma anche preoccupato – aggiunge – per l’annuncio dell’allontanamento di Don Bernardino dalla parrocchia di San Michele. Ho conosciuto don Bernardino fin dal suo arrivo, dai tempi del seminario. Negli anni si è sviluppata la conoscenza reciproca, con una sincera stima e apprezzamento per il suo operato. E oggi don Bernardino è pienamente inserito nella comunità che ha aiutato a crescere. Dunque, che senso ha spostarlo altrove e ricominciare tutto daccapo? Che senso ha una “riorganizzazione pastorale” di questo genere?».

Redazione

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