In Toscana 14 scuole, 3 nel Pistoiese, saranno accorpate per ridurre i dirigenti, seguendo l'obbligo ministeriale sulle scuole con meno di 600 alunni.
Con l’approssimarsi della fine del 2024, la Regione Toscana si trova di fronte all’ennesimo pasticcio gestionale. La Giunta Regionale dovrà deliberare sulla programmazione della rete scolastica per l’anno 2025/26, ma l’applicazione della legge di bilancio del 2023 sta già creando più problemi che soluzioni. Il cuore della questione? L’accorpamento di ben 14 istituzioni scolastiche nella regione, di cui tre nella provincia di Pistoia, in risposta al diktat ministeriale che impone di ridurre il numero di dirigenti scolastici accorpando le scuole con meno di 600 alunni.
La situazione in Valdinievole
Nella provincia di Pistoia, gli istituti scolastici coinvolti sono l’IC “Berni” di Lamporecchio (566 alunni), il “Ferrucci” di Larciano (579 alunni) e l’ITAS “Anzilotti” di Pescia (477 alunni). Tuttavia, anche accorpandoli, il numero dei dirigenti scolastici da eliminare rimarrebbe insufficiente rispetto agli obiettivi prefissati. A complicare le cose, le Conferenze zonali di competenza, che dovevano deliberare entro il 12 dicembre scorso.
In Valdinievole, dopo ben tre incontri, è stata deliberata la fusione tra gli IC “Berni” e “Ferrucci” (senza però individuare la sede principale) e tra l’IC “Salutati - Cavalcanti” di Buggiano e l’IC “Don Milani” di Ponte Buggianese. Quest’ultimo accorpamento, che interessa ben tre comuni (Buggiano, Ponte Buggianese e Chiesina Uzzanese), è stato approvato grazie al consenso dei rispettivi sindaci.
Rigetto e caos regionale
La delibera della Conferenza Zonale della Valdinievole, però, è stata rigettata dalla Regione Toscana per vizi di forma e sostanza: mancava una decisione sulla sede principale per l’accorpamento “Berni”-“Ferrucci” e l’accorpamento “Salutati - Cavalcanti” con “Don Milani” avrebbe dovuto avere priorità diversa. Questo ha costretto la Conferenza Zonale a riunirsi nuovamente, stavolta solo con i sindaci, portando alla conferma del secondo accorpamento, ma lasciando il primo in un limbo decisionale.
Ancor più confuso è il destino dell’ITAS “Anzilotti”. Poiché trattasi di un istituto superiore, la competenza spetta al Tavolo Provinciale, che però non ha deliberato nulla. Tra le soluzioni ipotizzate ma ignorate, c’era la creazione di un polo agrario con il “De Franceschi - Pacinotti” di Pistoia o un accorpamento con l’Istituto Alberghiero “Martini” di Montecatini per formare un Polo Agro-Alimentare. Tuttavia, il silenzio prevale, lasciando spazio all’ipotesi – tanto insensata quanto probabile – di un accorpamento con il Liceo “Lorenzini” di Pescia.
Critiche e proteste
La gestione dell’intera vicenda è stata duramente criticata dalla FLC CGIL di Pistoia. Le principali accuse?
- Mancato coinvolgimento della cittadinanza, delle parti sociali e degli stessi tecnici della scuola, relegando decisioni strategiche a poche figure politiche.
- Assenza di pianificazione per problemi pratici come la gestione dei plessi scolastici, con il rischio concreto di chiusura delle sedi periferiche per carenza di collaboratori scolastici, dato che l’organico non cresce proporzionalmente al numero di alunni o plessi.
- Stallo decisionale e improvvisazione, con accorpamenti che ignorano criteri di funzionalità e sostenibilità, come nel caso dell’ITAS “Anzilotti”.
Uno sguardo al futuro
Con il calo demografico che morde la regione, il dimensionamento scolastico non si fermerà qui. Tuttavia, proseguire sulla linea imposta dal Governo, anticipando accorpamenti senza consultare le comunità locali, rischia di desertificare interi territori e impoverire il diritto allo studio.
La scuola è un bene comune e deve essere gestita con la partecipazione di tutti, non con decisioni calate dall’alto che scontentano e penalizzano le aree più fragili.
Redazione