L’associazione Utopias! cura alla Galleria Vannucci di Pistoia il 22 dicembre un evento che è una sorta di “breviario per collezionisti non facoltosi”: la Banca Interregionale presenta un prodotto per finanziare l’acquisto di opere d’arte a giovani che vogliono realizzare una collezione d’arte contemporanea, segue proiezione del film “Herb & Dorothy”, sul caso di un postino e una bibliotecaria di New York che armati dei soli stipendi sono riusciti a raccogliere dagli anni ’60 ad oggi 4 mila opere di valore. In chiusura concerto del trio Glen Capaldi.
E’ solo un sogno impossibile una società in cui tutti siano collezionisti di opere d'arte? Forse sì. Ma non può esserlo per l’associazione Utopias!, i cui responsabili Massimiliano Vannucci e Lorenzo Cipriani curano sabato 22 dicembre a Pistoia, alle 17, presso la Galleria Vannucci Artecontemporanea, un evento che al grido di «non è necessario essere ricchi per essere collezionisti d’arte» si proporrà come una sorta di «breviario per collezionisti non facoltosi».
Nell’occasione infatti il direttore generale di Binter – Banca Interregionale Mario Fedi, dopo la presentazione di Utopias! da parte di Cipriani e Vannucci, illustrerà un prodotto creditizio pensato per «finanziare l’acquisto di opere d’arte a giovani collezionisti, emergenti o semplici interessati».
Seguirà, sorseggiando un buon tè, la proiezione del film “Herb & Dorothy”, girato nel 2008 dalla regista Megumi Sasaki sulla vita di Herbert e Dorothy Vogel, che «a partire dagli anni '60 – si legge nel comunicato della Galleria Vannucci - hanno realizzato una straordinaria collezione di arte contemporanea con artisti del calibro di Andy Warhol, Julian Schanbel, Sol Lewitt, Christo, Richard Tuttle, e tanti altri».
«Herbert e Dorothy – continua il comunicato - sono un postino e una bibliotecaria di Manhattan in pensione, 89 e 77 anni d’età. Hanno vissuto per gran parte della loro vita in un bilocale nell’Upper East Side al limite della frugalità e dichiarando di non aver bisogno di nulla. Perché dalla vita hanno avuto tutto: un amore più forte e duraturo di qualsiasi sodalizio; e un senso estetico innato che, unito ad un fiuto per gli affari fuori dal comune, li ha portati a diventare una leggenda».
Sì, perché negli anni ’60, «fermamente intenzionati a concretizzare la loro passione per l’arte, marito e moglie decisero di iniziare la loro avventura non prima di essersi autodisciplinati con regole ferree e improrogabili: avrebbero speso il denaro guadagnato da lei per il sostentamento, mentre lo stipendio di lui sarebbe stato destinato all’acquisto di quadri d’autore. Ma a una condizione: che fossero pezzi dal costo ridotto e di dimensioni tali da poter essere agevolmente trasportati nel loro nido d’amore in autobus o metropolitana». «Giunti alla vecchiaia – spiega Enrico Vannucci, titolare della Galleria – avevano accumulato circa 4 mila opere, che poi hanno donato».
Al termine della proiezione, all'interno della galleria che ospita fino al 12 gennaio la mostra di Gianni Ruffi inaugurata lo scorso novembre, il gruppo “Glen Capaldi e l’Italian jazz project” - composto da Glen Capaldi al piano e voce, Daniele Nesi al contrabbasso e Carmine Bloisi alla batteria - proporrà un percorso musicale nell’America jazz degli anni ‘60-70.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare lo 0573.200.66 o scrivere a
L.S.