«Solo un calo del 17% per il turismo a Montecatini da novembre a gennaio? Complici chi, la meningite, la situazione congiunturale?!?» Questa la mia reazione di fronte alle notizie che circolano in questi giorni sui numeri dei visitatori della Città del Natale e, di conseguenza, del turismo a Montecatini per questa stagione.
La verità per questi numeri in declino è che non c'è prodotto, manca un “ClubMed del Natale”, dove i bambini giochino davvero, con e senza genitori, e con un punto d'incontro bimbi-genitori. La Città del Natale è sempre stato un contenitore vuoto, nato alimentandosi della novità "La Casa di Babbo Natale", pensando e sperando poi di ereditarne il patrimonio commerciale e d'immagine, senza investire in contenuti di valore.
Purtroppo, già la “Casa” della Carnesecchi era ed è di per sé vuota di veri contenuti ludici ed educativi per i bambini e le famiglie. Una cometa destinata a esaurirsi brevemente, posto che nelle tre edizioni non abbiamo mai visto niente di nuovo: solo un’impostazione improntata all'entertainment, lo stereotipo dell'opulenza natalizia e della "famiglia bene", dove i bimbi sono premiati con una gita a Montecatini, magari senza averci giocato nemmeno un minuto durante tutto l'anno. Qualche timido esempio di quello di cui parlo, anche se appena sufficiente, è arrivato semmai da iniziative collaterali.
Ahimè, si continua a non capire che un evento è un prodotto che se non ha contenuti, oltretutto da alimentare e far crescere nel tempo, si sterilizza, si spegne, si svuota e muore. Provocando anzi il classico autogol con una web reputation in caduta libera che va ad alimentare il "lato underground" di Montecatini.
L'idea per destagionalizzare era, e forse può esserlo ancora, valida. Destagionalizzare però è uno dei compiti più impegnativi del marketing, perché lo sforzo è grande e costa per l'impegno che si deve porre in ricerca, studio, realizzazione e promozione. Un'idea sostenibile, e soprattutto che duri nel tempo, è indispensabile per fare ammortamenti giusti e rendere la destagionalizzazione una "nuova stagione".
Insomma un'idea che, se dotata di contenuti edutainment, poteva avere un futuro anche per riconvertire il marchio affibbiato alla città dalla stampa nazionale: “Il Babbo Natale di Montecatini Terme, tra droga e alcol”, che peraltro è stata l'unica pubblicità potente per l’evento.
Purtroppo, già la “Casa” della Carnesecchi era ed è di per sé vuota di veri contenuti ludici ed educativi per i bambini e le famiglie. Una cometa destinata a esaurirsi brevemente, posto che nelle tre edizioni non abbiamo mai visto niente di nuovo: solo un’impostazione improntata all'entertainment, lo stereotipo dell'opulenza natalizia e della "famiglia bene", dove i bimbi sono premiati con una gita a Montecatini, magari senza averci giocato nemmeno un minuto durante tutto l'anno. Qualche timido esempio di quello di cui parlo, anche se appena sufficiente, è arrivato semmai da iniziative collaterali.
Ahimè, si continua a non capire che un evento è un prodotto che se non ha contenuti, oltretutto da alimentare e far crescere nel tempo, si sterilizza, si spegne, si svuota e muore. Provocando anzi il classico autogol con una web reputation in caduta libera che va ad alimentare il "lato underground" di Montecatini.
L'idea per destagionalizzare era, e forse può esserlo ancora, valida. Destagionalizzare però è uno dei compiti più impegnativi del marketing, perché lo sforzo è grande e costa per l'impegno che si deve porre in ricerca, studio, realizzazione e promozione. Un'idea sostenibile, e soprattutto che duri nel tempo, è indispensabile per fare ammortamenti giusti e rendere la destagionalizzazione una "nuova stagione".
Insomma un'idea che, se dotata di contenuti edutainment, poteva avere un futuro anche per riconvertire il marchio affibbiato alla città dalla stampa nazionale: “Il Babbo Natale di Montecatini Terme, tra droga e alcol”, che peraltro è stata l'unica pubblicità potente per l’evento.
Andrea Vitali