Francesco Conforti, candidato a sindaco di Pescia della coalizione di centrodestra, interviene in merito alle recenti notizie che vedrebbero il Commissario prefettizio Silvia Montagna in procinto di adottare alcuni importanti provvedimenti per il Comune, come le questione della variante Panigada e, addirittura, il Piano Operativo.

Mi ritengo un uomo delle Istituzioni, rispettoso dei ruoli e delle regole, ma non posso astenermi da alcune pacate riflessioni circa le polemiche apparse sui mezzi di informazione, relative ad alcuni importanti provvedimenti che il Commissario prefettizio sarebbe in procinto di adottare.
So bene che la dottoressa Montagna ha come unico scopo quello di amministrare al meglio, con rigore ed imparzialità, e che in una così lunga situazione di commissariamento non ci si poteva limitare esclusivamente alla gestione dell’ordinario.
Ma questioni come il Coad, variante Panigada, e come si sussurra addirittura il Piano Operativo, costituiscono vicende complesse, da tempo all’attenzione di più amministrazioni. Non sono calamità naturali o somme urgenze che non possono aspettare tre mesi. Questi non costituiscono un'ulteriore perdita di tempo, anche perché, qualunque sindaco, di qualunque segno politico, se non convinto, potrebbe tranquillamente cassarle, visti i tempi e gli adempimenti necessari. Ritengo dunque che argomenti di questa portata necessitino per la loro soluzione di una legittimazione popolare e mi sento, con il dovuto rispetto, di consigliare il Commissario Prefettizio a soprassedere. Dico questo senza arroganza alcuna, esclusivamente nell’ottica della fine imminente di questo periodo di democrazia sospesa, che qualcuno ci ha procurato, ritenendo che il compito spetti a chi sarà legittimato dal voto popolare. Anche perché, ed in questo ovviamente la Dottoressa Montagna non ha responsabilità, qualche candidato reale o presunto gira tentando di imbonire i cittadini, presentando certe scelte come la continuazione materiale del proprio operato. Come se Pescia avesse ancora un Sindaco. E questo, a lungo andare, rischia di falsare la regolarità della campagna elettorale.

Redazione

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