Elisa Romoli, segretario PD Pescia, accusa la sezione regionale e provinciale del Partito Democratico di aver lasciato Pescia da sola, a farsi carico di tutte le conseguenze della vicenda Giurlani. Così Romoli risponde alla recente relazione di Riccardo Trallori, segretario dimissionario pistoiese: il PD di Pescia impronterà la sua proposta amministrativa sulla questione morale, in opposizione alla nuova candidatura di Giurlani.
«Riccardo Trallori nella sua relazione da segretario dimissionario presentata alla direzione provinciale del Partito Democratico fa riferimento alle prossime elezioni amministrative e parla di un partito imbalsamato in attesa di Godot o del nuovo Messia, che, giustamente diciamo anche noi, non ci sarà.» Apre così Elisa Romoli il comunicato stampa del PD di Pescia, che, tirato in ballo da Trallori, ha deciso di prendere posizione e fare alcune considerazioni sulla condotta provinciale e regionale di partito.
Romoli lamenta un'assenza dei vertici su Pescia «fin dallo scorso primo giugno, quando l’allora sindaco Oreste Giurlani, espressione del Partito Democratico, è stato costretto alle dimissioni perché sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in quanto indagato per fatti attinenti alla sua carica di Presidente di Uncem Toscana (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani e i cui soci sono la maggior parte se non tutti i Comuni Toscani). Si potrebbe dire che in quell’occasione il partito regionale e il partito provinciale anziché prendere una posizione chiara, netta e decisa, in fin dei conti i reati che vengono ascritti all’ex Sindaco esponente del partito riguardano un ente regionale i cui soci sono per la maggior parte comuni guidati da Sindaci espressione del Partito Democratico, ha “circoscritto” il problema a Pescia lasciando che il partito cittadino si facesse carico di tutte le conseguenze.»
E ciò che stupisce ancora di più Romoli e il suo partito è il silenzio di questi giorni, che vedono l’annuncio della candidatura dell’ex sindaco Giurlani. Si rivela dunque necessaria in questo senso una presa di posizione netta, soprattutto sulla questione etica e morale che coinvolge la ricandidatura di Giurlani. «Il fatto è che sarebbe necessaria, analizzando la situazione di Pescia, un’autocritica sincera e ormai non più rimandabile, che coinvolga tutti i livelli del partito e che non sia più il tempo di considerare Pescia come un “laboratorio” dove parcheggiare ex amministratori che non hanno più una collocazione.»
Il Partito a Pescia denuncia allora la situazione di degrado morale, conseguente alla ricandidatura a sindaco di Oreste Giurlani e dichiara di voler intrapendere un percorso politico e amministrativo proprio a partire dalla questione morale «a maggior ragione dopo quello che è successo in questi anni e le scelte sbagliate che abbiamo fatto e che dobbiamo nostro malgrado ammettere.»
Redazione