Per il consigliere regionale gli oliveti abbandonati o distrutti sono un problema anche di immagine della Toscana e di difesa del suo territorio dal dissesto idrogeologico. Niccolai ha sottolineato che la Regione punta al loro recupero e ha portato l’esempio di un protocollo con le Città dell’olio e l’Ente Terre Regionali Toscane che prevede progetti in tal senso: il primo nel Comune di Murlo (Siena).

Il problema degli oliveti abbandonati o distrutti è stato al centro dell’intervento del consigliere regionale Marco Niccolai oggi a Olea 2018, la manifestazione organizzata dall’Istituto tecnico agrario Anzilotti di Pescia per promuovere la cultura dell’olio d’oliva extravergine. 

Per Niccolai gli olivi lasciati a se stessi, spesso anche dagli hobbisti e magari per la difficoltà di meccanizzare la raccolta delle olive, e quelli distrutti dalle calamità, come nel caso del recente incendio sul Monte Serra, rappresentano in Toscana un problema non solo produttivo, ma anche di tutela dell’immagine e di difesa dal dissesto idrogeologico della regione. «L’olivo e l’olio – ha detto il consigliere Niccolai - sono parte essenziale dell’identità del nostro territorio e del suo paesaggio. La Toscana è conosciuta nel mondo anche per il fatto che le sue colline sono coperte da olivi». Inoltre, ha aggiunto Niccolai, in certi casi, come secondo alcuni anche per la frana a Uzzano, può essere proprio l’abbandono degli oliveti una delle cause del dissesto. 

Per queste ragioni, ha detto Niccolai, la Regione Toscana ha collocato la filiera olivicola fra le priorità del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. E in tale contesto sono stati già attivati diversi progetti integrati di filiera (pif) dedicati proprio al sostegno di questo comparto. «Nel 2015 abbiamo finanziato 3 pif per un totale di investimenti pari a 12 milioni di euro, con 6 milioni di finanziamenti pubblici – ha ricordato Niccolai – e nel 2017 invece 4 pif per 21 milioni di investimenti, di cui 10 milioni sono contributi pubblici».

Non solo, la Regione Toscana sta prendendo sempre più di petto la questione specifica del recupero degli oliveti abbandonati e, come ha segnalato Niccolai. «qualche settimana fa, insieme ad Ente Terre Regionali Toscane e all’associazione Città dell’olio (che raggruppa 320 Comuni d’Italia, fra cui molti toscani), abbiamo firmato un protocollo per la valorizzazione del patrimonio olivicolo toscano che, oltre ad azioni per la qualità dell’olio e per la promozione della cultura dell’olio, ha messo in campo azioni per il recupero degli oliveti abbandonati».

Il protocollo, come è spiegato nel comunicato della Regione Toscana, prevede l’impegno a promuovere «progetti pilota sul recupero degli oliveti abbandonati, anche in seguito a calamità naturali o incendi, e delle relative produzioni locali anche attraverso esperienze di agricoltura sociale, sfruttando le competenze dell'Ente Terre Regionali Toscane». E il primo di questi progetti pilota, con relativo accordo fra Città dell’olio, Ente Terre Regionali Toscane e l’amministrazione comunale interessata, è stato già battezzato proprio il 25 ottobre scorso in concomitanza con la sigla del protocollo generale: riguarda il Comune di Murlo in provincia di Siena e prevede «una prima fase di studio e reperimento di dati sul territorio per individuare i terreni ed i proprietari degli oliveti abbandonati, con priorità rivolta alle aree che per propria natura e posizione sono ritenute di maggior interesse ai fini della successiva assegnazione per la rimessa a coltura»; e in seguito «la predisposizione di specifici bandi, l'inserimento degli stessi in banca della terra e l'attuazione di tutte le procedure di gara per la selezione del soggetto che gestirà tali terreni».

L.S.

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