Lunedì 7 agosto alle ore 18.30 a Castel dei Gironi (Montemagno) la cerimonia in ricordo del 79° anniversario della strage nazista.
La cerimonia, presieduta dal sindaco Gabriele Romiti, consisterà nella deposizione della corona di alloro sulla lapide in ricordo delle vittime, accompagnata dall'esecuzione del Silenzio e da alcuni interventi istituzionali
La commemorazione vuole ricordare la strage nazista compiuta il 9 agosto nel 1944, quando i militari tedeschi arrivarono a Montemagno, dove uccisero a sangue freddo Gino Bracali, che essendo persona incapace di intendere e di volere, non riuscì a rispondere a una squadra tedesca che gli aveva chiesto dove stesse andando.
La sera dello stesso giorno furono catturati cinque giovani sfollati (Aldo Baldi di Pistoia, Aldo Palandri di Prato, Albano Vallecchi, Icilio Pecorini e Angelo Burchietti di Montemagno) e portati alla fattoria Poggi Banchieri a Santonuovo, dove furono interrogati e torturati. Essi negarono ogni accusa di partigianeria e, grazie alla mediazione dell’interprete Maggetta Contrucci e di un sergente tedesco, evitarono la fucilazione e furono mandati nell'empolese ai lavori forzati alla Todt (OT in tedesco Organisation Todt, fu un ente di costruzioni che operò dapprima nella Germania nazista e poi in tutti i paesi occupati dalla Wehrmacht, le forze armate tedesche).
Sempre la sera del 9 i tedeschi circondarono con varie autoblindo l’abitato di Castel dei Gironi e, dopo aver fatto uscire donne e bambini, distrussero tutte le quattordici case del borgo. Giordano Cappellini, di 19 anni, fu ucciso a mitragliate mentre cercava di arrendersi e di mettere in salvo (passando per i tetti) Mario Innocenti, di 36 anni, che era malato. Quest'ultimo fu poi barbaramente finito a bastonate da un soldato polacco, traditore, precedentemente infiltratosi nella formazione partigiana "Comunista n.1". Il corpo di Giordano Cappellini rimase a terra per giorni perché i nazisti impedivano a chiunque di avvicinarsi. Fu grazie alla mamma, partita da Barba con un barroccio, che fu possibile dargli degna sepoltura.
Pochi giorni dopo, il 12 agosto 1944, sempre nei pressi di Montemagno, si udirono altri spari, ma nessuno osò indagare. Secondo le ricostruzioni del parroco Leonello Leoncini (che fu avvisato da un biglietto anonimo del ritrovamento di un cadavere) gli spari uditi furono quelli che uccisero Carlo Bernardoni, partigiano di 18 anni, originario di Modena.
Redazione