PISTOIA  – Viene definita "una rete silenziosa ed operosa" perchè agisce all’interno dei reparti, informadondosi, organizzando, gestendo e attivando sul territorio tutti gli aiuti possibili che sono necessari ai pazienti una volta usciti dall’ospedale. E’ l'Acot- Agenzia di Continuità Ospedale e Territorio,: annualmente garantisce a duemila pazienti, soprattutto fragili, la possibilità di usufruire, dopo le dimissioni ospedaliere di un percorso territoriale che è organizzato quando ancora il paziente è degente.

Presente in tutti i presidi ospedalieri dell'Azienda USL Toscana Centro, l'Acot, anche al San Jacopo rappresenta il punto di snodo per la costruzione di una rete clinica integrata tra ospedale e territorio, in grado di offrire principalmente sostengo ai pazienti anziani, alle persone affette da più patologie croniche, a chi presenta limitazioni funzionali o disabilità ma anche a coloro che vivono soli e non possono contare su un sostengo familiare una volta tornati a casa. L'Acot è infatti in grado di organizzare i servizi, sia residenziali che domiciliari. 

Già durante la fase di ricovero sono i professionisti del reparto che identificano i bisogni reali e/o potenziali del paziente segnalandoli all'Acot (la sede è all'interno dell'ospedale) ed è composta da un team multiprofessionale (medico di comunità, infermiere, fisioterapista, assistente sociale ed eventuali specialisti) che, raccordandosi con il Medico di Famiglia, organizza il percosso clinico-socio-assistenziale più appropriato, attraverso una serie di servizi. 

Con l'Acot in un anno 550 pazienti hanno potuto usufruire delle cure intermedie al Villone Puccini e alla Turati, per altri 720, la maggioranza, è stato attivato l'infermiere a domicilio, 323 pazienti sono invece entrati direttamente nei percorsi fisioterapici e altri 60 sono stati ricoverati nelle RSA, altri ancora (41) ricoverati nell’Hospice La Limonaia a Spicchio.  

Durante il periodo dell’emergenza Covid l’Acot ha dato il suo supporto organizzando le dimissioni dei pazienti ancora positivi che non necessitavano più del ricovero ospedaliero indirizzandoli verso setting idonei alle esigenze assistenziali.

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