Arriva sul palco del Teatro Manzoni di Pistoia, da martedì 29 a giovedì 31 marzo (ore 21) lo spettacolo diretto da Giuseppe Marini "La Classe" di Vincenzo Manna. Protagonisti Andrea Paolotti e Claudio Casadio, artisti di riconosciuta fama, con un brillante gruppo di giovani attori, per lo più under 35, composto da Valentina Carli, Edoardo Frullini, Federico Le Pera, Caterina Marino, Andrea Monno, Giulia Paoletti. Scene, costumi, musiche e luci sono curati, rispettivamente da Alessandro Chiti, Laura Fantuzzo, Paolo Coletta e Javier Delle Monache. Prodotto da Società per Attori/Accademia Perduta Romagna Teatri/Goldenart Production, nasce in collaborazione con Tecnè, Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale, Phidia e si avvale del patrocinio di Amnesty International – Sezione Italia.

Come vivono gli adolescenti l’arrivo di ragazzi e ragazze, spesso loro coetanei, da paesi geograficamente e culturalmente lontani? Ne hanno timore e vogliono respingerli o la considerano una risorsa e un’opportunità di crescita e allargamento degli orizzonti?
Li considerano dei loro simili o vivono le differenze culturali come delle barriere insormontabili? E inoltre, cosa possono fare la scuola, l’istruzione, la formazione per rendere questo processo organico alla crescita di una nazione? Come cambia la scuola, e quindi gli strumenti di apprendimento e comprensione, in quei luoghi dove non si può fuggire ed evitare il confronto?
Queste sono alcune delle domande che hanno supportato il progetto di ricerca condotto da Tecnè, Istituto di Ricerche Demoscopiche fra i più prestigiosi in Europa, e che sono state il punto di partenza per la scrittura del testo teatrale originale di Vincenzo Manna: una ricerca che ha coinvolto, in circa 2.000 interviste, giovani tra i 16 e i 19 anni, in merito alla loro relazione con gli altri, intesi come diversi, altro da sé, e sul loro rapporto con il tempo, inteso come capacità di legare il presente con un passato anche remoto e con un futuro non prossimo.
Comprendere gli adolescenti e decifrare i loro comportamenti è sempre stato, in ogni epoca, un compito tanto importante quanto difficile, data la complessità del loro mondo, la distanza generazionale e la frammentazione sociale. Oggi questo compito ci sembra ancora più arduo, poiché viviamo in un’epoca di rapidi cambiamenti, segnatamente nel modo di comunicare e di recepire. Al contempo, comprendere e valutare il loro punto di vista sui grandi avvenimenti storici contemporanei, può aiutare la comunità intera a definire ed elaborare percorsi virtuosi e condivisi di crescita collettiva e di sviluppo di una coscienza civica. In questa ottica, il progetto di ricerca, scrittura e messinscena de “La Classe” si pone come strumento di analisi, elaborazione e disseminazione del rapporto tra gli adolescenti di oggi e un fenomeno di grande rilevanza culturale e sociale della nostra epoca: i flussi migratori. 

Lo spettacolo è un eccellente esempio di Teatro Civile, accolto, nel corso delle sue numerose tournée, con straordinario favore dal pubblico e dalla critica, che ne ha apprezzato la capacità di trattare, con sincerità, ironia e poesia, temi importanti e attualissimi come il ruolo della scuola, l’integrazione, la complessità dell’universo misterioso e immensodegli adolescenti, le loro paure, i loro disagi, i loro slanci, i loro sogni. Uno spettacolo intenso, che ci riporta sui banchi di scuola con un crudo realismo dai tratti poetici.
I giorni di oggi. Una cittadina europea in forte crisi economica. Disagio, criminalità e conflitti sociali sono il quotidiano di un decadimento generalizzato che sembra inarrestabile. A peggiorare la situazione, appena fuori dalla città, c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente che ha ulteriormente deteriorato un tessuto sociale sull’orlo del collasso ma, paradossalmente, ha anche portato lavoro, non ultima la costruzione di un muro intorno al campo per evitare la fuga dei rifugiati. Alla periferia della cittadina, in uno dei quartiere più popolari, a pochi chilometri dallo “Zoo”, c’è una scuola superiore, un Istituto Comprensivo specializzato in corsi professionali che avviano al lavoro. La scuola, le strutture, gli studenti e il corpo docente, sono specchio esemplare della depressione economica e sociale della cittadina.
Albert, straniero di terza generazione intorno ai 35 anni, laureato in Storia, viene assunto all’Istituto Comprensivo nel ruolo di Professore Potenziato: il suo compito è tenere per quattro settimane un corso di recupero pomeridiano per sei studenti sospesi per motivi disciplinari. Dopo anni in “lista d’attesa”, Albert è alla prima esperienza lavorativa ufficiale. Il Preside dell’Istituto gli dà subito le coordinate sul tipo di attività che dovrà svolgere: il corso non ha nessuna rilevanza didattica, serve solo a far recuperare crediti agli studenti che, nell’interesse della scuola, devono adempiere all’obbligo scolastico e diplomarsi il prima possibile.
Tuttavia, intravedendo nella loro rabbia una possibilità di comunicazione, Albert, riesce a far breccia nel loro disagio e conquista la fiducia della maggior parte della classe. Abbandona la didattica suggerita e propone agli studenti di partecipare ad un concorso, un “bando europeo” per le scuole superiori che ha per tema “I giovani e gli adolescenti vittime dell’Olocausto”.
Gli studenti, inizialmente deridono la proposta di Albert, ma si lasciano convincere quando questi gli mostra un documento che gira da qualche tempo nello “Zoo”: foto e carte di un rifugiato che prima della fuga dal paese d’origine aveva il compito di catalogare morti e perseguitati dal regime per il quale lavorava. Il regime, grazie all’appoggio di alcune nazioni estere, nell’indifferenza pressoché totale delle comunità internazionali, è impegnato in una sanguinosa guerra civile che sta decimando intere città a pochi chilometri dal confine europeo. È il conflitto da cui la maggior parte dei rifugiati dello “Zoo” scappano… È quello l’Olocausto di cui gli studenti si dovranno occupare. La cittadina viene però scossa da atti di violenza e disordine sociale, causati dalla presenza dello “Zoo”. Le reazioni dei ragazzi sono diverse e a tratti imprevedibili. Per Albert è sempre più difficile tenere la situazione sotto controllo… 

Redazione

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