A Expo Rurale 2012 è stato presentato il pane biologico dell’azienda agricola regionale di Alberese, che sarà prodotto da fine ottobre e venduto anche presso Unicoop Tirreno e Unicoop Novoli. Sarà conforme al disciplinare di quello toscano, per il quale si è chiesta la Dop e che in questi giorni è sotto esame in Commissione europea. Salvadori: per esportarlo bisogna comunicare che il pane sciapo fa bene alla salute.
L’azienda agricola regionale di Alberese, nel Parco naturale della Maremma, avrà il suo pane: biologico e prodotto con grani antichi. Nel frattempo la Regione attende l’esito in sede europea della sua richiesta di riconoscimento della Dop al pane toscano.
E’ stato annunciato oggi durante l’Expo Rurale delle Cascine a Firenze dall’assessore all’agricoltura della Toscana Gianni Salvadori. Il nuovo pane di Alberese sarà prodotto da fine ottobre utilizzando la farina di grano tenero coltivato, con metodo biologico, nell’omonima azienda agricola di proprietà della Regione in provincia di Grosseto. E verrà venduto sia sul posto che nei negozi Unicoop Tirreno e Unicoop Firenze a Novoli.
«E’ un esempio – racconta l’assessore Gianni Salvadori – di quello che intendiamo per progettazione integrata: ovvero filiera corta in primo piano, per dare risalto e rafforzare l’identità delle nostre produzioni locali, e progetti capaci di avvicinare chi produce, chi trasforma e chi poi commercializzerà quei prodotti, aiutando ed offrendo nuove opportunità agli imprenditori agricoli locali». Il pane di Alberese, che in embrione è poi quello che potrà essere il pane toscano Dop, è già in fondo tutto questo. Un pane gustoso e certificato, economicamente conveniente per il consumatore, fatto con farina macinata a pietra e lievitazione a pasta acida, ingredienti tracciati e sicurezza garantita.
«Il pane di Alberese – ha precisato Salvadori - è comunque solo un tassello del progetto che riguarda la filiera cerealicola e un’esperienza pilota esportabile altrove. Abbiamo chiesto per il pane toscano il riconoscimento della Dop, la denominazione di origine protetta: un pane certificato che sarà prodotto solo con farine toscane. E proprio in questa settimana la pratica è all’attenzione dell’Unione europea per l’ultimo e decisivo passaggio».
Prodotto dalla società Cerealia di Montaione, in provincia di Firenze, con il grano proveniente da Alberese, il nuovo pane non sarà comunque solo un pane biologico. Un’assoluta particolarità sarà la riscoperta di grani antichi provenienti da varietà storiche della Toscana, con effetti positivi per la salute già attestati da numerosi studi. «Un progetto per questo ancora più interessante» ha commentato Enzo Rossi, assessore all’agricoltura della Provincia di Grosseto. «La riscoperta dei semi antichi e delle tecniche di coltivazione della nostra tradizione consentirà infatti – ha aggiunto – di recuperare un ulteriore segmento di mercato e un rapporto diverso con il consumatore, che troverà in questo pane qualcosa di più di un semplice alimento, ovvero il ricordo della propria infanzia e i valori di un territorio che è già di per sé un’eccellenza». La stessa atmosfera che si respira nei campi dell’azienda di Alberese, che ricade in gran parte nel Parco naturale della Maremma. Un luogo esclusivo in cui si fondono in perfetta armonia ambiente e cultura, storia e natura, tra pinete, boschi, macchia mediterranea, dune, pascoli e appunto campi coltivati, naturalmente nel rispetto della natura e con metodo biologico.
«Nel mondo – ha concluso l’assessore Salvadori – sta aumentando il consumo del pane. Fuori anche dai confini italiani la gente si sta abituando sempre più a mangiarlo. Noi bisogna dire che il pane “sciapo” toscano, oltre che buono, può anche aiutare a prevenire problemi di salute oggi sempre più diffusi. Naturalmente dobbiamo farlo con studi scientifici. Il mercato c’è e dobbiamo far diventare il pane uno dei nostri prodotti da esportazione. Il che porterà anche un po’ di ricchezza alla nostra economia».