Cene, eventi, degustazioni: prosegue in tutta Italia "Menù for Change", la campagna di Slow Food per creare consapevolezza sul riscaldamento globale a partire dalla gioia della tavola. L'obiettivo è quello di sviluppare sistemi produttivi resilienti e resistenti al cambiamento climatico attraverso cene, degustazioni ed eventi in favore dell'economia locale.


Il clima è cambiato, gli scienziati ci raccontano come, e noi ne viviamo l’evidenza ogni giorno. I primi a pagarne le conseguenze sono agricoltori, pastori, pescatori e artigiani delle comunità che Slow Food tutela da trent’anni. L'obiettivo ora è aiutarli a sviluppare sistemi produttivi resilienti e resistenti al clima che cambia, anche grazie all’aiuto dei cuochi della rete Slow Food. Sono loro infatti gli ambasciatori di "Menù for Change", la campagna lanciata dalla Chiocciola in tutto il mondo per creare consapevolezza sulle conseguenze del riscaldamento climatico e suggerire soluzioni proprio a partire dal cibo.
584x204 2 masonConsapevoli del determinante ruolo educativo che gli spetta, tantissimi chef hanno già messo in calendario cene, degustazioni ed eventi fino a Natale per far capire che attraverso il cibo ognuno di noi può, ad esempio, favorire le economie locali, quelle più colpite dallo sconquasso climatico ma anche quelle più capaci di fronteggiare gli effetti del global warming
Ad esempio, Slow Food Livorno ha preparato un menù amico del clima per valorizzare il patto tra ristoratori e produttori locali: «Volevamo esserci anche noi, dare il nostro contributo per questa campagna la cui eco deve risuonare in tutto il mondo. A Livorno abbiamo vissuto sulla nostra pelle quali siano le conseguenze di precipitazioni eccezionali che in realtà stanno diventando la norma. La pioggia torrenziale che ha messo in ginocchio la nostra cittadina e tutto il circondario tra il 9 e il 10 settembre ci deve far riflettere, non solo su come possiamo ridurre le nostre emissioni, ma anche su come fronteggiare un cambiamento che è già in atto. Dobbiamo imparare a custodire la terra e il nostro ambiente, consapevoli del fatto che stiamo andando incontro a un clima diverso, a precipitazioni che cambiano. E Slow Food Livorno sarà sempre in prima linea» ha raccontato Valentina Gucciardo, responsabile educazione della Condotta locale.
Slow Food ricorda così che il metodo di produzione alimentare dominante è tra le maggiori cause del cambiamento climatico con un quinto delle emissioni totali di gas serra prodotte. Arare in profondità i terreni, ad esempio, accelera il rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera.
L’agricoltura e l’allevamento subiscono poi oltre l’80% dei danni e delle perdite causate dalla siccità (Fao 2017), un dato che evidenzia come il settore primario sia una delle vittime principali, tanto che secondo la Fao «lo sviluppo agricolo e rurale deve essere parte integrante delle soluzioni alle sfide climatiche». Ed è proprio questo il lavoro che Slow Food porta avanti in 160 paesi grazie a una fitta rete di sostenitori e volontari.
 
Redazione

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