L’eterna emergenza del Mercato dei Fiori, oggi gestito dall’Azienda Comunale, è figlia della carenza di programmazione politica.

Nel lontano 2003 il Comune di Pescia per primo si pose il problema di dare una risposta programmatica a quello che non era difficile prevedere come un problema nel futuro. Ancor prima che la struttura passasse dallo Stato (Ministero delle Politiche Agricole) alla Regione il Comune di Pescia fece presente la necessità che per una simile struttura, che già aveva dato segni di difficile gestione economica e strutturale, si prevedesse un percorso istituzionale ed economico che le permettesse non solo di risolvere i problemi dell’odierno, ma anche quelli ragionevolmente prevedibili del futuro.

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La prova di questa attenzione è data dalla missiva che lo scrivente (allegato in copia), allora Sindaco di Pescia, indirizzò al Presidente della Regione Toscana ed al Presidente della Provincia di Pistoia (allora avente competenze in materia di agricoltura). La lettera cadde nel vuoto, probabilmente perché sia l’allora Presidente delle Regione che della Provincia sapevano benissimo che quel Sindaco e quell’amministrazione avevano i mesi contati.
Quando poi Pescia “ritornò in Toscana” (cito testualmente le parole del Presidente Martini pronunziate al momento in cui a Pescia si insediò la nuova Amministrazione di Centro Sinistra) la Biennale del Fiore fu cancellata e questo fu il premio per il figliol prodigo ritornato all’ovile … ma niente mutò nell’approccio al problema e nemmeno la liquidazione del COMICENT molto simile ad un vero e proprio fallimento, fecero mutare atteggiamento, si preferì continuare ad affrontare l’emergenza giorno per giorno, piolando soldi a destra e sinistra, ma mai a dare un segnale serio di programmazione industriale ad un settore e ad una struttura che ne aveva bisogno per poter camminare con le proprie gambe.
Oggi mi sembra di essere ritornato a vent’anni fa, lo scenario è completamente cambiato, ma i problemi sono sempre gli stessi ed il modo di affrontarli pure.
Il Mercato dei Fiori è una struttura destinata alle imprese ed essa stessa deve fare impresa, non potendo contare illimitatamente sulle provvidenze della fiscalità generale.
Sarebbe opportuno che si cominciasse a pensare ed ad operare come imprenditori e se necessario anche ridisegnare la proprietà dell’immobile e le funzionalità che vi possono essere svolte ma nel segno dell’economicità e dell’efficienza.
Ma forse si chiede troppo ad una classe politica troppo ripiegata sull’apparire anziché sull’essere.

Lettera sindaco Martini per Comicent 26.01.03

Roberto Fambrini

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