Il consiglio comunale di lunedì 17 ottobre ha votato all’unanimità (30 voti su 30 presenze) l’ottava variazione di bilancio. Il provvedimento è stato presentato dall’assessore al bilancio Margherita Semplici.
Si tratta di una proposta di ratifica di una variazione di urgenza che è stata assunta dalla giunta comunale il 22 settembre scorso per inserire nel bilancio alcuni contributi da parte di Ministero della Cultura, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Toscana. Sono due i contributi forniti dalla Regione: 33.563 euro per le scuole dell’infanzia paritarie-private per l’anno scolastico 2021-2022 e 3.840 euro per il bando Toscana in Contemporanea 2022.
Dal Ministero della Cultura arrivano invece un contributo di 120.000 euro per il bando Paf 2021 a cui l’Amministrazione ha partecipato nel mese di dicembre 2021 per il secondo capitolo del progetto “La vita di Vasari” finanziato dalla Fondazione Toscana Spettacolo, insieme alla Compagnia Lombardi - Tiezzi e all’Associazione Teatrale Pistoiese e che vede come “luogo protagonista” Palazzo Fabroni. Infine dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri arrivano contributi per i centri estivi 2022 per 81.754 euro.
«Abbiamo dovuto approvare in via di urgenza questa variazione – ha spiegato Semplici - in particolare per il contributo integrativo della Regione sulle scuole dell’infanzia paritarie, confermati a circa dieci giorni dalla scadenza del mese di settembre, che rappresentava il termine entro il quale distribuirli e rendicontarli. Pertanto abbiamo dovuto fare ricorso a questa variazione di urgenza da parte della giunta comunale sottoposta alla ratifica del consiglio comunale».
Il secondo provvedimento ha riguardato il riconoscimento di un debito fuori bilancio approvato con 20 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Ale Tomasi Sindaco, Amo Pistoia, Lega, Centristi Forza Italia) e 12 contrari (Partito Democratico, Civici e Riformisti, Pistoia Ecologista progressista).
La delibera è stata presentata dall’assessore al bilancio Margherita Semplici, che ha ripercorso tutte le tappe dell’articolata e complessa questione.
«Il debito fuori bilancio è originato da una vecchia questione su un intervento di ristrutturazione di 28 alloggi pubblici, iniziata intorno all’anno 2010: Spes attraverso risorse regionali avrebbe recuperato 28 alloggi tra via Buonfanti, via del Ceppo e via Tomba, il cosiddetto comparto del Ceppo. Immediatamente prima dell’inizio dei lavori, già appaltati, il tetto dell’immobile di via Buonfanti (dove dovevano essere realizzati sei appartamenti) crollò. La ditta Diddi sas, poi fallita, era l’aggiudicataria dell’appalto per la ristrutturazione e fu incaricata della somma urgenza e di un miglior collocamento dei ponteggi e anche dell’installazione di una copertura che evitasse ulteriori cedimenti della struttura per non rischiare di compromettere gli immobili adiacenti di proprietà di privati ed evitare rischi per l’incolumità pubblica».
Semplici, proseguendo nella ricostruzione di quanto accaduto, ha evidenziato: «I ponteggi sono rimasti in via Buonfanti a lungo visto lo stato di compromissione in cui versava l’immobile. Inoltre la ristrutturazione dei sei alloggi fu stralciata da Spes che nel 2016 restituì l’immobile di via Buonfanti al Comune dichiarando la non fattibilità dell’intervento, a causa della necessità di risorse molto consistenti e superiori rispetto allo stanziamento iniziale, necessario per il recupero degli alloggi. Dopo un sopralluogo effettuato nel 2016 fu ritenuto indispensabile lasciare i ponteggi lungo la palazzina di via Buonfanti per motivi di sicurezza».
Intanto la Diddi sas era stata dichiarata fallita. «Secondo il fallimento della Diddi sas – ha proseguito l’assessore - la proprietà del ponteggio di via Buonfanti è di proprietà del fallimento medesimo mentre la Diddi srl, affittuario di ramo di azienda della Diddi sas, interpretando in maniera estensiva il contenuto del contratto di affitto che menziona in termini generici l’appalto di via del Ceppo, ha sempre rivendicato la proprietà del ponteggio chiedendo a più riprese al Comune di procedere con il pagamento di un canone di concessione per i ponteggi medesimi».
Il Comune non ha pagato per due due motivi. «Il primo – ha spiegato Semplici - riguardava l’incertezza sulla proprietà di quel ponteggio e quindi il Comune avrebbe rischiato di pagare un soggetto che non era creditore. La seconda ragione è rappresentata dalla circostanza che il Comune è un creditore del fallimento della Diddi sas, pertanto non solo avrebbe rischiato un indebito soggettivo, ma anche un indebito oggettivo ovvero di pagare una somma non dovuta perché compensabile con i crediti che il Comune vanta nei confronti della Diddi sas».
«A fronte di queste rivendicazioni, la Diddi srl nella primavera del 2019 ha inviato una lettera al Comune – ha ricordato l’assessore al bilancio - minacciando la volontà di smontare il ponteggio, di fatto un presidio per la tutela della pubblica incolumità e la stabilità del fabbricato. Il Comune ha risposto con una diffida, intimando la Diddi srl di non smontarlo».
«La vicenda si è conclusa – ha sottolineato Semplici - con una causa civile intentata dalla Diddi srl vinta dal Comune nel luglio 2022, mentre la causa sempre intentata dalla Diddi srl al Tar ha visto riconosciute in primo grado le ragioni del pagamento dell’affitto del ponteggio e per questo è necessario il riconoscimento del debito fuori bilancio da parte del consiglio comunale».
Intanto il Comune ha fatto ricorso al Consiglio di Stato e l’edificio di via Buonfanti è stato venduto e nel contratto di compravendita è stato specificato che a far data dall’acquisto l’onere per il mantenimento del ponteggio è a carico dell’acquirente.
Redazione