Un anacronistico tocco di stile squisitamente ipermanierista entra ufficialmente in collezione Mo.C.A. grazie al progetto Florilegio Italiano.
“Globi”, olio su tela a firma di Carlo Bertocci, figura di spicco del panorama contemporaneo, contribuisce infatti ad impreziosire il già cospicuo e concettualmente variegato nucleo d’arte del nostro spazio espositivo.
Laureato in Architettura con una tesi sull’Arte Concettuale, Bertocci collabora con il suo relatore, Eugenio Battisti, come assistente e ricercatore. La carriera accademica influenza le sue stesse inclinazioni che abbracciano e coinvolgono la sfera artistica benché con sfumature decisamente più dolci, meno “asetticamente tecniche”. Bertocci esordisce, infatti, come artista nel 1974 con una personale ospitata alla Galleria Schema di Firenze dove espone le sue primissime opere di puro stile concettuale, riproposta poi a Roma con curatela di Achille Bonito Oliva. A questo exploit segue una fitta ed ininterrotta serie di esposizioni cui si sommano altre esperienze; Bertocci si attiva come illustratore e disegnatore di fumetti, collaboratore di riviste di rilievo tra cui “Flash Art” e “Segno”, progettista architetto e insegnante.
La sua vena artistica viene poi definitivamente ammaliata dalla purezza del figurativo, dando vita ad nuovo codice espressivo che viene ufficialmente proposto per “Immagini della pittura insolite e decadenti” temporanea ospitata a Palazzo Strozzi su curatela di Italo Mussa. Da questa collaborazione nasce e si sviluppa un sodalizio che consacra l’artista tra i grandi nomi della “Pittura Colta” costituita da toni di alta, lirica, potenza espressiva caratterizzanti sia i soggetti sia le densità cromatico-materiche. Nei soggetti delle rappresentazioni convivono, infatti, in perfetta simbiosi ed equilibrio un tempo storico ed un tempo moderno; questa bipolarità ha il potere di annullare il “qui e ora”, il momento presente, che si fa silenzio di pura contemplazione. I colori avvolgenti, elementi strutturanti l’immagine complessiva, avvolti da una luce magistralmente ed incredibilmente naturale, mutano le forme e le superfici; i soggetti si alleggeriscono della monumentale pesantezza e si fanno leggere fattezze, delicate irrealtà, limpide trasparenze.
Accademico Ordinario dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, professionista del concettuale, interessato alla pittura d’immagine, Bertocci viene inserito nella nomenclatura con cui si “schedano” i nomi meritevoli di attenta e pura critica: Calvesi lo definisce “anacronistico e ipermanierista”, Tommasoni lo celebra tra i nostalgici sopravvissuti al Post Modern.
Presente nell’Enciclopedia “La pittura in Italia: il Novecento/2”, nel 2004 la firma dell’artista entra ufficialmente a far parte della collezione permanente di Palazzo Madama dove la Galleria dei Presidenti accoglie il ritratto di Giovanni Spadolini (2004) e Franco Marini (2008). Nel 2017 Castello Belgioioso gli dedica un’intera sala nell’ambito della mostra in memoria di Italo Mussa, ad onore del sodalizio artistico durato un’intera vita.
Redazione