Intervista al fotografo pesciatino Claudio Minghi. Per valorizzare il territorio bisogna saper fotografare il paesaggio «in modo artistico». Delle foto di qualità ed emozionanti possono avere un ruolo decisivo anche nella promozione dei prodotti florovivaistici locali, dalle piante ai fiori recisi.
«Il paesaggio è stato un tema che ha attraversato la mia vita, anche se fino a 15 anni fa era più legato alle foto di reportage, in cui raccontavo dei luoghi».
Così inizia la risposta a Floraviva, attirata dai suoi notevoli scatti paesaggistici e non solo, di Claudio Minghi, fotografo classe 1954 con alle spalle una laurea in architettura. Un pesciatino doc che ha iniziato a fotografare ormai cinquant’anni orsono, all’età di 10 anni, sotto la guida del padre, «con la sua Kodak Retinette, una macchina con obiettivo estraibile a soffietto, completamente manuale», come ricorda lui stesso. La prima reflex, una Canon ftb, se la comprò a 19 anni e da quel momento la sua passione per la fotografia decollò. Per diversi anni si è dedicato alle stampe in bianco e nero, fino al passaggio alle diapositive nel 1979 in occasione di un viaggio a Capo Nord. Nel 1981 ha fondato un circolo fotografico a Pescia e per qualche hanno ha partecipato a concorsi patrocinati FIAF. Poi dal 1986 al 1996 si è specializzato nella fotografia di reportage e subacquea, realizzando tra l’altro diverse proiezioni sonorizzate in dissolvenza incrociata. Nel 2004 è iniziata la svolta digitale e la partecipazione a gruppi fotografici su Internet, e adesso fa parte dello staff di Artfreelife.com, un sito che seleziona fotografie di buon livello di fotografi di tutto il mondo.
Al momento Claudio Minghi si dedica prevalentemente alla foto di paesaggio, con incursioni saltuarie nella macro. Ed è proprio su questi filoni del suo lavoro che Floraviva lo ha voluto sentire. «Da quando c’è stato il passaggio al digitale – prosegue la risposta di Minghi - i reportage fotografici hanno meno spazio, e vengono più spesso presentate foto singole. E dunque il paesaggio viene pensato nell’ottica del singolo scatto: c’è più la ricerca di un’immagine artistica che deve dare un’emozione, con maggiore attenzione alla composizione, alla resa dei colori, ecc. La tecnologia digitale ci offre molti strumenti sia in ripresa che in post produzione e le immagini non sono mai semplici fotocopie della realtà. Anche se io rimango della vecchia scuola e le mie sono sempre fotografie del reale, che viene interpretato, ma non tradito o stravolto».
E quali sono i soggetti privilegiati da Claudio Minghi in questa nuova fase? «Sono scatti legati al territorio in cui vivo, la Toscana quindi e in particolare tutta l’area del Padule di Fucecchio, che ha bisogno di essere valorizzata meglio». Perché? Non è stata ben fotografata? «No, girano anche foto bellissime del padule fra gli addetti ai lavori. Ma da un punto di vista turistico e del grande pubblico non è così, e questo territorio è poco conosciuto. C’è molto lavoro da fare in questa direzione. Ma non c’è bisogno dei soliti depliant carini, bisogna saperlo riprodurre in modo artistico il paesaggio».
Proprio in questa pubblicazione cartacea di Floraviva, per accompagnare la presente intervista a Minghi, è stata scelta una sua suggestiva foto in macro di un’ape che sembra atterrare su un rosmarino in fiore. Gli chiediamo cosa rappresentino per lui le fotografie macro: un capitolo del lavoro che sta portando avanti sul paesaggio? «No, io vivo le foto in macro e close-up come un’esperienza a sé stante. Le scatto nei momenti di relax, senza una progettazione dietro. Non le faccio in maniera tradizionale e approccio più scientifico, con il cavalletto ecc. Per me si tratta di un’esperienza più ludica». Eppure i risultati sono ottimi, a giudicare dall’esempio dell’ape sul rosmarino, e viene spontanea la domanda: non pensa che questa tipologia di scatti potrebbe essere utile anche alla causa della promozione del florovivaismo del distretto e di prodotti quali le piante e i fiori? «Penso di sì, che potrebbe esserlo – risponde -. Anzi credo che potrebbe rivelarsi decisiva, una bella immagine regala sempre emozioni».
Altre foto di Claudio Minghi si possono trovare qui: www.500px.com/ClaudioMinghi.
Lorenzo Sandiford