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Sarà la Toscana la regione ospite della XXX edizione del Salone internazionale del Libro di Torino in programma dal 18 al 22 maggio. La Regione parteciperà con i suoi festival culturali, la Francigena, la Memoria, l'arte contemporanea e l'esperienza di cooperazione internazionale.

«Siamo orgogliosi di questo ruolo – ha commentato il presidente Enrico Rossi -. Lo vedo come una grande opportunità per confrontare buone pratiche, tessere relazioni professionali e di scambio in un contesto culturale nazionale e internazionale. Sul tema della lettura abbiamo lavorato molto con le biblioteche che si stanno trasformando e che sono diventate delle vere piazze del sapere, luoghi di scambio e promozione della lettura. Essere a Torino significa anche sostenere il fondamentale ruolo che ha la lettura nella crescita di personale di ciascuno, come persone e come cittadini».
«Sono molto lieta che la Regione Toscana sia ospite di questo trentesimo Salone – ha detto la vicepresidente e assessore alla cultura Monica Barni in diretta streaming alla conferenza stampa di presentazione del Salone -. Saremo presenti con i nostri porgetti di promozione della lettura attraverso le biblioteche e con una pluralità di soggetti della filiera del libro, dal piccolo e medio editore, alla biblioteca, alla libreria».
La Toscana parteciperà al Salone con i suoi festival culturali, la Francigena, la Memoria, l'arte contemporanea, l'esperienza di cooperazione internazionale e altre iniziative di scambio e confronto tra realtà e contesti diversi extraregionali e esteri, per farsi conoscere e conoscere, elaborare insieme agli altri nuove idee.
«C'è un tema – ha poi detto Barni – su cui è fortemente impegnata la Regione Toscana: quello della diversità. Nel contesto dell'immenso mondo della editoria, e di quella toscana in particolare, ciò significa dare voce alle varietà delle produzioni culturali in un contesto di mercato sempre più caratterizzato dalla omologazione dei prodotti editoriali, dalla scarsa qualità e durabilità. Allora è importante per le biblioteche scendere in campo sul fronte della bibliodiversità, il che significa attribuirsi un ruolo eticamente e socialmente militante in difesa della qualità dell'offerta culturale e di salvaguardia di tutte quelle voci che sono fuori dal coro.
La libertà di espressione garantisce la pluralità delle idee e la diversità culturale – ha concluso la vicepresidente - In un paese cui ci sono pochissimi lettori e la comprensione dei testi è tuttora un problema, noi crediamo che sia molto importante continuare a riflettere e promuovere la lettura».

Redazione

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